“Stefano D’Orazio era così spaventato che decise di lasciare i Pooh. Il legame con la figlia passava solo per il denaro. Lui con tristezza si autodefiniva un bancomat”, così la vedova del batterista Tiziana Giardoni a Il Corriere della Sera.
Pronta la risposta della diretta interessata Francesca Michelon, sempre sul quotidiano di Via Solferino: “Non esistono transazioni bancarie né altri riscontri oggettivi a sostegno di tali affermazioni, che risultano incompatibili anche con le circostanze concrete della mia vita personale in quegli anni (ai tempi vivevo in una camera doppia a Roma con altre 2 ragazze, sarei stata una sciocca a non approfittare del tenore di vita che ora mi viene attribuito da altri, ma che io non ho mai vissuto)”.
E ancora: “Non c’è, e non c’è mai stata traccia di nessun tornaconto economico da parte mia. Ribadisco quando già detto in passato: a parte un computer che mi aveva generosamente regalato nel maggio 2007 (accettato non con pochi complimenti), non ho mai ricevuto o soprattutto richiesto altro”.
Poi la Michelon racconta nel dettaglio i rapporti col padre: “Dopo un primo periodo di rapporti civili ed amichevoli nel 2007 ogni contatto si è interrotto improvvisamente e senza spiegazioni. Nei tre anni successivi ho tentato esclusivamente, e senza alcun riferimento economico, di ottenere chiarimenti e di ricostruire un dialogo umano, anche attraverso semplici messaggi di auguri, che non hanno mai ricevuto risposta”.
In conclusone: “Appaiono pertanto prive di fondamento le ricostruzioni secondo cui vi sarebbero state pressioni, richieste economiche o benefici ricevuti”.