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“Mia moglie la sera comincia a piangere per nostro figlio fino a mezzanotte. Passa tutto nella vita, ma non passa quando va via un pezzo della tua carne”: Roberto Vecchioni commosso

Il cantante si racconta a "Domenica In", parlando della perdita di Arrigo e della fondazione per le malattie mentali

di Redazione FqMagazine
“Mia moglie la sera comincia a piangere per nostro figlio fino a mezzanotte. Passa tutto nella vita, ma non passa quando va via un pezzo della tua carne”: Roberto Vecchioni commosso

Roberto Vecchioni, durante la sua ospitata odierna domenica 14 dicembre a “Domenica In”, è tornato a parlare del figlio Arrigo, morto due anni fa. Aveva 36 anni ed era il terzo dei quattro figli del cantante, il primo nato dall’unione con la seconda moglie, Daria Colombo. “Ho perso un figlio due anni fa, – ha raccontato a Mara Venier l’artista – ho dato inizio ad una fondazione che sta andando alla grande per difenderci dallo stigma delle malattie mentali anche perché in Italia non c’è attenzione e prevenzione sulle malattie mentali”.

“Abbiamo riscontrato tantissimi problemi, soprattutto i parenti che soffrono con chi è malato. – ha continuato – È una nube continua sulla tua vita. Puoi fare di tutto, però questo problema non sfugge mai, ti rimane addosso. Non si sa mai come salvarsi. Un ragazzo su sette soffre di malattie mentali. I ragazzi sono desolati e poco aiutati. Non basta la famiglia, non basta nemmeno l’amore. Quando escono dalla casa si sentono soffocati dal mondo. È una malattia vera”.

Il racconto si è fatto poi intenso e commovente: “Mia moglie la sera, verso le 10, 10 e mezza, comincia a piangere fino a mezzanotte, da due anni a questa parte. Passa tutto nella vita, ma non passa quando va via un pezzo della tua carne. Io mi nascondo, a lei dico: ‘Quando ti viene voglia di piangere, fallo, ovunque tu sia in treno o in tram’. Io invece mi nascondo in bagno perché non posso piangere”.

Al fianco della coppia c’è stata sempre Ornella Vanoni. Alla moglie del cantautore diceva: “Parla, io il dolore lo posso superare, me lo prendo tutto io. Ci chiamava ogni sera per sapere come stavamo, aveva un cuore grandissimo. Quando si affezionava a qualcuno, dava tutta se stessa per far stare bene tutti”.

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