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Strage a Bondi Beach: uno dei killer si chiama Naveed Akram. “Gli attentatori forse di origine pakistana, si cerca un terzo”

Su Facebook, il nome di Akram è associato ad uno studente che ha frequentato un istituto islamico a Sydney. Uno degli uomini che ha sparato era noto all'intelligence
Strage a Bondi Beach: uno dei killer si chiama Naveed Akram. “Gli attentatori forse di origine pakistana, si cerca un terzo”
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I killer che hanno sparato sulla folla a Bondi Beach sono due, o forse tre. La polizia australiana prosegue le indagini sulla strage che ha colpito l’Australia sulla spiaggia più iconica del Paese, dove si stava svolgendo la celebrazione della festa ebraica di Hanukkah. Uno dei due attentatori si chiama Naveed Akram, 25 anni, e non si sa se sia quello rimasto ucciso o l’altro gravemente ferito. Casa sua, secondo fonti delle forze dell’ordine, è a Sydney, nel quartiere di Bonnyrigg, dove la polizia ha compiuto un raid nelle ore successive alla sparatoria. Su Facebook, il suo nome è associato ad uno studente che ha frequentato un istituto islamico a Sydney. Secondo fonti qualificate, i killer sono “probabilmente di origine pakistana. Al momento le autorità non hanno confermato la nazionalità degli attentatori, mentre si cerca un terzo sospetto oltre ai due identificati. Non ci sono invece notizie sulla nazionalità delle vittime, hanno aggiunto le fonti spiegando che “al momento non c’è alcuna indicazione al consolato d’Italia”. Nell’auto del killer deceduto, la polizia ha riferito in conferenza stampa di avere rinvenuto e disinnescato un Ied, un ordigno esplosivo improvvisato.

Intanto il direttore generale di Asio, l’agenzia di intelligence australiana, ha confermato che uno degli attentatori era presente nelle liste di sorveglianza. “Come per la polizia del New South Wales, uno di questi individui ci era noto, ma non in una prospettiva di minaccia immediata, quindi dobbiamo indagare su cosa sia successo”, ha dichiarato Mike Burgess. “Come da prassi standard, stiamo esaminando l’identità degli aggressori e dove questa sia nota. Stiamo cercando di capire se c’è qualcuno nella comunità che ha intenzioni simili” ha detto. “È importante sottolineare che, al momento, non abbiamo indicazioni in tal senso, ma è un aspetto su cui stiamo conducendo indagini attive”. Burgess ha aggiunto che il livello di minaccia terroristica nazionale rimane probabile, il che significa che c’è una probabilità del 50% che si verifichi un atto terroristico. “Non vedo cambiamenti in questa fase”, ha affermato. “Probabile significa che c’è una probabilità del 50% che si verifichi un atto terroristico. E purtroppo abbiamo visto quell’atto orribile verificarsi stasera in Australia” ha concluso.

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