Quando si tratta di diritti civili, ci immaginiamo che una società possa solo progredire in meglio, cioè verso la piena integrazione di esclusi ed emarginati. Le parole di Federico Mollicone, responsabile cultura di Fratelli d’Italia, mostrano invece come un radicale cambiamento di rotta sia sempre possibile e che pertanto i diritti civili non debbano mai darsi per definitivamente acquisiti.

Classe 1970, prima consigliere a Roma per Alleanza Nazionale e poi deputato per Fratelli d’Italia, Mollicone sul suo sito personale dichiara di voler “riscattare l’Italia dal degrado e dal declino ricostruendo la buona politica fondata sull’onestà, il merito, la partecipazione, la competenza”. Di competenza, però, ne dimostra ben poca quando dichiara, senza alcun tentennamento, che “in Italia le coppie omosessuali non sono legali, non sono ammesse”.

Le posizioni del suo partito sono state ribadite in più occasioni dal suo stesso leader Giorgia Meloni: “Difesa della famiglia tradizionale” – formata, ovviamente, da una mamma e da un papà e dai loro bambini, perché è questo che ci dice la tradizione, giusto? – ad esclusione di tutte le altre realtà familiari, che pure esistono nel nostro Paese e sono molto numerose. È quella stessa famiglia tradizionale che secondo Alessandro Sallusti è doveroso difendere “per consentire ai gay di nascere”.

Ci sarebbe da ridere a crepapelle per tutte queste sciocchezze, cui certo non possiamo dire di non essere abituati, se non fossero dette con serietà agghiacciante. Il filosofo Michel de Montaigne (1533-1592) diceva che “nessuno è esente dal dire sciocchezze, il male è nel dirle con pretensione”. E sempre a Montaigne possiamo ricorrere ogniqualvolta ci appare uno di questi personaggi in tv: “Certo costui farà grandi sforzi per dirmi grandi sciocchezze”.

Ma andiamo con ordine. Prima che fosse approvata la legge sull’unione civile (n. 76/2016), le coppie formate da persone dello stesso sesso erano state riconosciute dai tribunali italiani come meritevoli di tutela giuridica in virtù sia del loro essere “formazione sociale” ai sensi dell’articolo 2 della Costituzione, sia del loro diritto a non essere discriminate in base al loro orientamento sessuale ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione. Nello specifico, ricordiamo che nel 2010 la Corte costituzionale ha stabilito (sentenza n. 138/2010) che

l’unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri,

seguita immediatamente dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 4184/2012), per la quale

le singole persone componenti tale formazione sociale sono titolari del “diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia”, diritto fondamentale che, derivante immediatamente dall’art. 2, discende anche dall’art. 3, primo comma, Cost., laddove questo assicura la “pari dignità sociale” di tutti (i cittadini) e la loro uguaglianza davanti alla legge, “senza distinzione di sesso”, e quindi vieta qualsiasi atteggiamento o comportamento omofobo e qualsiasi discriminazione fondata sull’identità o sull’orientamento omosessuale.

Da queste sentenze – e dalla condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti umani del 2015 – è nata la legge sull’unione civile, che infatti al comma 1 chiarisce che detta unione è “specifica formazione sociale ai sensi degli articoli 2 e 3 della Costituzione”. Illegali, illegali, illegali, illegali un corno, potremmo far dire a Mia Martini, parafrasandone una famosa canzone.

Insomma, alla luce della giurisprudenza italiana, non sembra proprio necessario ricorrere a Montaigne per qualificare le frasi di Mollicone per quello che sono. Va comunque osservato che l’affermazione dell’illegalità delle coppie dello stesso sesso si colloca perfettamente all’interno dell’ideologia delle destre, italiane, europee ed americane, che pur non negando l’esistenza di tali coppie vorrebbero collocarle ai margini dell’ordinamento giuridico. Così almeno ha fatto in Ungheria Viktor Orbán, il quale ha proposto una legge che vieta di mostrare immagini di persone, coppie e famiglie Lgbt o di parlare di identità di genere o orientamento sessuale nelle pubblicità accessibili a minori – in buona sostanza, sempre.

Perché le destre, che a Orbán si ispirano e aspirano, non dovrebbero proporre una legge analoga nel nostro Paese? In modello qui è, manco a farlo apposta, la legge “contro la propaganda gay” voluta da Putin nel 2010 (e dichiarata illegittima dalla Corte europea dei diritti umani nel 2019). Per non parlare dell’assurda legge voluta dal governatore della Florida Ron De Santis che vieta di parlare di omosessualità nelle scuole.

Dal dire che le coppie gay sono illegali a inibirne la visibilità, in fondo, il passo è veramente breve.

Quanto, infine, alla difesa della famiglia cosiddetta tradizionale, il paradosso è evidente. Assolutizzare tale modello familiare, rendendolo unico ed esclusivo nel discorso pubblico e in quello giuridico, non significa solamente umiliare tutti coloro che in quel modello non si riconoscono (le famiglie monoparentali, arcobaleno, affidatarie, distaccate, separate, di nipoti che vivono con nonni e zii, insomma tutte quelle realtà dove al posto della biologia dominano gli affetti), ma anche contraddire quello stesso progetto di crescita demografica tanto caro alle destre: come si fa a far crescere un Paese, a offrire prospettive di futuro, a conciliare desideri e opportunità, se si rifiuta di dare a tutte le famiglie, proprio a tutte, le stesse possibilità?

La discriminazione e la segregazione giuridica non creano benessere, lo distruggono. Il vero incubo sarebbe che le sciocchezze di Mollicone venissero scritte in una legge, magari non esplicitamente ma à la Orbán. Quanto a Sallusti, ha ragione: mai si è visto nella storia dell’umanità che rendere le coppie gay illegali le abbia indotto le persone Lgbt a smettere di amarsi.

E sì, puntare il dito contro questa retorica odiosa, inutile e dannosa delle destre nostrane.

Ps. Libertà e Giustizia ospita gentilmente un mio video in cui offro una panoramica delle proposte dei vari partiti in materia di diritti Lgbt: si trova qui.

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