Moda e Stile

A Milano la prima edizione di Dressing the Future, l’evento di design per un Made in Italy sostenibile

Organizzato dall'Italian Design Institute, l'evento si è svolto presso la Cascina Cuccagna il 5 dicembre e ha visto la partecipazione di diversi ospiti impegnati in workshop ed esposizioni guidate

di Redazione FqMagazine

Un laboratorio aperto dedicato al futuro del Made in Italy sostenibile. Questa è stata la prima edizione di Dressing the Future – Indossare il Futuro. L’evento, promosso e ideato dall’IDI (Italian Design Institute) col patrocinio dalla Città di Milano, era dedicato al futuro sostenibile del Made in Italy e si è tenuto il 5 dicembre negli spazi del centro culturale milanese Cascina Cuccagna, con grande partecipazione di pubblico, esperti e addetti ai lavori.

La giornata – mix di arte, design e impresa – ha permesso alla nuova generazione del design italiano di confrontarsi con professionisti, artisti, cittadini e ricercatori. Ad aprire l’edizione l’area espositiva, inaugurata verso le 10 e composta da diverse installazioni. Lo spazio centrale è stato dedicato ai progetti provenienti dai corsi di Textile Design, Modellistica 2D-3D Fashion Art, Modellistica Sposa & Haute Couture e ActiWear Design che hanno dato forma alla nuova direzione del design contemporaneo. Insieme a loro, le opere di Laurent Barnavon come Ce n’est qu’une impression, Milano 25 in collaborazione con l’Officiel e quelle di Sara Conforti Hofer – definite un intreccio di “abito, memoria e identità” – come Centosettantaperottanta – What Comes First? in collaborazione con AtWork, Moleskine Foundation, Miroglio Group e il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli. Ad accompagnare l’esposizione, i paesaggi sonori prodotti dagli studenti del Corso di Sound Design.

In parallelo, nell’area Art & Circular Fashion si sono tenuti i workshop tematici, definiti “il cuore formativo della giornata”. Presso la sartoria Filo Dritto e nelle sale della Cascina si è aperta ai partecipanti la possibilità di sperimentare tematiche e approcci legati alla progettazione responsabile e all’economia circolare. Alcuni esempi sono stati i corsi di origami applicato al design zero waste (tenuto da Barnavon), la mappatura del riciclo tessile (con Marco Piu), la modellazione somatica 3D (proposta da Carlo Galli), la co-creazione pittorica (di Sarah Bowyer con Humana People to People Italia) e la creazione di grucce sostenibili (tenuta da Cristina Mandelli). Sponsor dell’evento le aziende Bonaveri e Philips.

Nel tardo pomeriggio spazio al talk “Re-immaginare il Made in Italy tra cultura, impresa e sostenibilità”, moderato da Aurora Magni di Blumine . Il tema della discussione è stato l’urgenza – da parte del mondo del design contemporaneo – di ripensare la filiera produttiva attraverso una visione “sostenibile, creativa, inclusiva, etica e innovativa”. Ospiti d’onore figure da sempre impegnate in tal senso come Annibale D’Elia, Caterina Mazzei, Paolo Foglia, Alfio Fontana, Simone Pavesi, Luisa della Morte e Zoe Romano. In seguito, Carbonara (affiancato da Tania Sette, Educational Manager di IDI) ha conferito le targhe dell’evento a dei docenti impegnati alla crescita dell’istituto: Roberto De Santis, Letizia Schatzinger, Armando Bruno, Ceasar in rappresentanza del padre Simone Micheli, Maurizio Corbi, Amilcare Incalza e Pierpaolo Tagliola del partner AG&P Greenscape.

Grande soddisfazione da parte degli organizzatori, che non hanno nascosto il proprio orgoglio per la riuscita del festival. Tania Sette ha affermato che l’evento “si è rivelato un successo soprattutto per la capacità di mettere in dialogo innovazione, sostenibilità e visione creativa” e ha fatto notare come “l’atmosfera dinamica e collaborativa ha evidenziato che il cambiamento non è soltanto possibile, ma già in atto. Ed i protagonisti sono soprattutto i giovani”. Il fondatore di IDI, Nicola Carbonara, ha definito l’occasione “un progetto nato dalla volontà di creare uno spazio autentico dove formazione, creatività e innovazione potessero incontrarsi”.

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