Qatargate, indagati agenti dei servizi belgi per la fuga di notizie sulla corruzione in Ue
La fuga di notizie sullo scandalo Qatargate rischia adesso di costare cara ad alcuni degli agenti che hanno condotto le indagini. Fin da subito, i politici coinvolti nell’inchiesta denunciarono la violazione del segreto istruttorio da parte degli organi giudiziari e di polizia belga quando i loro nomi finirono sui giornali di tutta Europa. E alcuni di loro contestarono e ottennero l’apertura di un procedimento davanti alla Corte d’Appello per valutare la legittimità dell’inchiesta in corso. Oggi, a tre anni dall’inizio dello scandalo mazzette in Ue, alcuni alti funzionari presenti ai blitz del 9 dicembre 2022 sono finiti nel registro degli indagati.
Dopo le denunce presentate dagli indagati dall’ex vicepresidente del Parlamento Ue, Eva Kaili, dall’assistente parlamentare Francesco Giorgi e dall’eurodeputata Maria Arena, il direttore dell’Ufficio belga anticorruzione (Ocrc), Hugues Tasiaux, è stato formalmente indagato e rimosso dall’incarico. È stato inoltre ascoltato il capo delle indagini, Bruno Arnold, che insieme a Tasiaux avrebbe chiamato in causa l’ex procuratore Raphael Malagnini.
Sotto esame sono finiti, già dal 2023, i metodi adottati dalla giustizia belga nelle fasi più sensibili delle indagini. E queste analisi, oggi, hanno portato alcuni funzionari a essere iscritti nel registro degli indagati per presunte violazioni dell’immunità parlamentare e del segreto istruttorio. Le indagini puntano a fornire una risposta su questioni sollevate dagli indagati ma sulle quali si era già espressa, ad esempio, la Commissione permanente per il controllo dei servizi di intelligence e di sicurezza del Belgio (la Commissione R). Su richiesta dell’avvocato dell’ex europarlamentare del Pd, Andrea Cozzolino, anche lui travolto dall’inchiesta, la Commissione aveva espresso il proprio parere ritenendo che i servizi abbiano agito nel rispetto della legislazione e dunque in modo lecito.
L’indagine ha subito un duro stop anche a causa dell’abbandono di due giudici istruttori, in particolar modo Michel Claise, e del procuratore Malagnini. Nonostante ciò, a marzo, la procura è tornata a bussare al Parlamento Ue chiedendo la revoca dell’immunità per le eurodeputate del Pd Alessandra Moretti ed Elisabetta Gualmini. Richiesta che ha ottenuto il via libera solo nel caso di Moretti.