Si dice che quando cadono le castagne, cadono anche i capelli: d’autunno molte persone sperimentano infatti un temporaneo aumento del processo di caduta dei capelli. Distinguere tra un normale ricambio stagionale e un problema più serio, però, non è sempre facile. E vedere i capelli accumularsi sul cuscino e sul pettine può generare ansia. I più giovani spesso si rivolgono ai social, dove la cura dei capelli (o haircare routine) è un trend: le piattaforme sono pieni di consigli, prodotti e trattamenti che coinvolgono olii pre-shampoo, integratori, maschere a infrarossi, decotti al rosmarino e massaggiatori. Non tutti però sono testati o efficaci: per questo abbiamo chiesto a un dermatologo specializzato in tricologia di commentare i consigli più popolari sui social, facendo chiarezza tra falsi miti e rimedi testati.
Perché cadono più capelli in autunno
“La caduta autunnale – o meglio il Telogen Effluvium stagionale – può essere considerato entro certi limiti un processo para-fisiologico”, spiega al fattoquotidiano.it il dottor Francesco Tassone, specialista in Dermatologia, Venereologia e Tricologia presso il Policlinico Gemelli. Durante l’estate infatti l’esposizione del cuoio capelluto ai raggi UV e le alte temperature spingono i capelli prima a crescere più rapidamente, e poi ad entrare nella fase follicolare di caduta (detta appunto Telogen). “La fase Telogen dura circa 3 mesi, per cui il danno lo vediamo in differita”. Se vediamo più capelli sulla spazzola o nel piatto della doccia è perché molti capelli si ritrovano ad entrare contemporaneamente nella fase finale del loro ciclo vitale. “Il processo dura di solito due, tre mesi e si autolimita – precisa lo specialista – Una caduta di circa 60-80 capelli al giorno può considerarsi ‘normale’. Se la cosa è più ingente o perdura oltre i 3 mesi, però, è sempre bene rivolgersi al dermatologo che si occupa delle malattie dei capelli, il tricologo”.
Quando preoccuparsi e come gestire la caduta dei capelli
Prima di fare incetta di integratori, affidarsi al fai-da-te o, peggio ancora, seguire le haircare routine proposte sui social, quindi, è fondamentale parlarne con un medico. “La prima cosa nella gestione delle malattie dei capelli è innanzitutto una corretta diagnosi – sottolinea il dottor Tassone – Purtroppo tutti i giorni mi trovo a visitare pazienti la cui prima diagnosi è stata fatta dall’amico, dal parrucchiere o dagli istituti vari per le malattie dei capelli, in cui i pazienti non sono visti da medici”. Un ritardo diagnostico, aggiunge, può essere realmente pericoloso nel caso di malattie irreversibili come le alopecie cicatriziali, spesso scambiate per calvizie o caduta stagionale.
Il business dell’haircare e dei prodotti per lo scalpo
I social, in questo, giocano un ruolo fondamentale. Dopo l’ossessione per la skincare, piattaforme come Instagram e Tiktok si sono riempite di tutorial su come prendersi cura dei capelli con complicati trattamenti. Altro che shampoo e balsamo: come nel caso della cura della pelle, i prodotti si sono moltiplicati, facendo esplodere il business. “Il mercato dei prodotti ‘anti-caduta’ è in forte ascesa negli ultimi anni – conferma il dott. Tassone – Anche per questo motivo, praticamente ogni giorno notiamo l’uscita di prodotti più o meno testati (spesso meno), con caratteristiche ‘miracolose’ sulla ricrescita dei capelli”.
Funziona davvero l’olio di rosmarino?
Per questo abbiamo messo alla prova alcuni dei consigli più popolari su Tiktok, partendo proprio del famigerato olio di rosmarino (versione industriale della Rosemary Water fatta in casa). “L’olio di rosmarino sembrerebbe incentivare la vascolarizzazione del follicolo pilifero, migliorandone la nutrizione e la crescita. Ad oggi non vi sono studi standardizzati, per cui va considerata una terapia di supporto che non sostituisce le terapie farmacologiche, quando consigliate”.
…e il casco a infrarossi?
“Su questo dispositivo medico invece alcuni studi di efficacia in letteratura li possiamo trovare”, spiega il tricologo. Un po’ come le maschere led per il viso, sono considerati un trattamento di lusso da fare in casa: esistono versioni “a cuffia”, che si indossano come un casco, e spazzole massaggianti che emettono una luce a infrarossi. “Hanno dimostrato una certa efficacia nel ridurre l’infiammazione del cuoio capelluto, per esempio nei casi frequenti di dermatite seborroica o dermatite atopica dello scalpo, e di favorire una crescita più rapida dei follicoli stimolati. I risultati migliori si sono osservati nell’alopecia androgenetica in associazione alle terapie come Minoxidil o Finasteride, e in seguito al trapianto di capelli, anche per spegnere l’infiammazione post-chirurgica”.
…e il massaggiatore per lo scalpo?
“Anche in questo caso non abbiamo forti evidenze a supporto del loro utilizzo – puntualizza il dottor Tassone – ma nella mia esperienza possono fornire un aiuto nell’assorbimento delle lozioni cosmetiche per la ricrescita o del Minoxidil topico, stimolando allo stesso tempo la vascolarizzazione dei follicoli piliferi”.
Lo shampoo antiforfora aiuta a far crescere i capelli?
Tra i consigli più gettonati che circolano sui social c’è quello di usare uno shampoo antiforfora anche se non si ha questo preciso problema: secondo i content creator beauty, la formulazione aiuterebbe a migliorare l’afflusso di sangue ai follicoli, stimolando la crescita di capelli forti e sani. Il dottor Tassone fa chiarezza su questo punto: “Gli shampoo anti-forfora, o più correttamente quelli indicati per la dermatite seborroica, possono essere di supporto alle terapie per la ricrescita riducendo l’occlusione del follicolo dalle squame stesse e migliorando quindi l’assorbimento dei farmaci topici o delle lozioni cosmetiche”.
I prodotti per rinforzare e nutrire la chioma
Una volta escluse condizioni mediche con l’aiuto di uno specialista, ci si può affidare a prodotti specifici per la cura quotidiana dei capelli: shampoo che aiutano a fortificare i fusti e a riparare i danni, sieri per lo scalpo, maschere e balsami che riducono la rottura, preservando la chioma.