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“Se tuo figlio è rabbioso, è colpa tua. I genitori di oggi sono pigri, non sanno insegnare il sacrificio e preferiscono fare i benefattori”: parla la psicologa Maria Rostagno

La dottoressa Rostagno: la violenza nasce da una genitorialità affaticata. "I giovani non tollerano l'insoddisfazione momentanea e non riescono a gestire gli impulsi"

di Redazione FqMagazine
“Se tuo figlio è rabbioso, è colpa tua. I genitori di oggi sono pigri, non sanno insegnare il sacrificio e preferiscono fare i benefattori”: parla la psicologa Maria Rostagno

Il problema della violenza giovanile non è solo un deficit di empatia, ma una mancata educazione alla tolleranza della frustrazione. Ne è convinta la psicologa Maria Rostagno, che nel suo studio di Rovereto accoglie pazienti di ogni età e ora, in un’intervista al Corriere, ha individuato un problema sistemico legato alla mancata educazione affettiva delle nuove generazioni. Una delle cause principali dell’immaturità emotiva dei giovani di oggi risiede infatti in una genitorialità affaticata che preferisce evitare il conflitto immediato.

“La nuova generazione di genitori fa fatica a tollerare la frustrazione dei figli, una competenza indispensabile per poter educare”, spiega Rostagno. Questa incapacità porta i genitori a vestire i panni del “benefattore” piuttosto che dell’educatore.: “I genitori di oggi sono pigri, non hanno voglia di insegnare questi principi e preferiscono trasformarsi in benefattori dei figli”. Il risultato è un ragazzino che non impara a sopportare l’insoddisfazione momentanea. Quando questo meccanismo si rompe, la rabbia esplode in modo sproporzionato, come nel caso del femminicidio di Afragola, dove l’esecutore “non ha saputo reggere il moto di rabbia di fronte a una ragazza (di 14 anni) che ha detto ‘no’“. A questa debolezza educativa si aggiunge un fattore tecnologico: la dipendenza da dopamina. La nuova generazione è abituata a un mondo digitale dove la gratificazione è immediata.

“La nuova generazione ne è dipendente a causa dei social”, sottolinea Rostagno. “I ragazzi di oggi pretendono che i loro desideri vengano esauditi immediatamente perché hanno davanti agli occhi un mondo irreale dove tutti sembrano avere tutto“. Di conseguenza, perdono la capacità di tollerare il sacrificio, un principio fondamentale per vivere nella realtà. “Per riuscire a vivere nella realtà bisogna essere in grado di saper gestire l’insoddisfazione momentanea per avere poi una gratificazione a lungo termine”. Molti ragazzi di oggi non riescono ad avere questa pazienza, non capendo che per ottenere un bel voto a scuola, devono “studiare, magari non uscire il sabato”.

Queste reazioni violente hanno anche una base neurologica. La dottoressa Rostagno chiarisce che la corteccia prefrontale, l’area del cervello che ci rende umani, responsabile del controllo degli impulsi e della valutazione delle conseguenze, matura completamente solo attorno ai 25 anni. “Per cui un ragazzino può reagire a stimoli emotivi intensi con una sproporzionata reazione, ed è qui che subentra l’adultità adeguata nell’aiutare a capire come fare a gestire questi moti”.

La violenza è spesso alimentata anche dalla costruzione di un’identità maschile tossica, legata ai concetti di possesso e controllo sulla donna. Nonostante questo, l’esperta ha notato un cambiamento positivo nelle vittime che non hanno più paura di rivolgersi a uno psicologo. La stessa Rostagno ha avuto in terapia giovani che si sono riconosciuti pericolosi nei confronti delle loro compagne. “Sì, ho avuto un ragazzo che si è riconosciuto pericoloso e violento, anche se solo verbalmente”, ha raccontato. Un percorso faticoso, ma necessario. “È stato un lavoro molto faticoso, anche perché dopo alcune sedute è emerso che lui stesso aveva sofferto di abusi nella sua famiglia”.

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