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Il ginecologo e politico Silvio Viale assolto dalle accuse di molestie sessuali: “Il fatto non costituisce reato”

I capi d'accusa erano quattro e parlavano di comportamenti inopportuni e molesti a sfondo sessuale su giovani pazienti
Il ginecologo e politico Silvio Viale assolto dalle accuse di molestie sessuali: “Il fatto non costituisce reato”
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Il consigliere comunale di +Europa a Torino, Silvio Viale, medico ginecologo noto per le sue battaglie radicali, è stato assolto al termine del processo per violenza sessuale nei confronti di sue giovani pazienti. Nei confronti di Viale erano state presentate diverse denunce. I capi d’accusa erano quattro e parlavano di comportamenti inopportuni e molesti su giovani pazienti. Il gup ha stabilito che “il fatto non costituisce reato”. La procura aveva chiesto un anno e quattro mesi. “Mi sento sollevato – dice all’agenzia LaPresse Viale, difeso dall’avvocato Cosimo Palumbo -, anche se un po’ amareggiato da tutta questa storia. Purtroppo in questi casi è la vicenda in sé che, di fatto, è una condanna, perché comunque è una accusa infamante, anche se poi non regge alle prove, e questo lo vedremo con le motivazioni”. “La soluzione che il fatto non costituisce reato ovviamente è di gran sollievo. L’assoluzione rende giustizia soprattutto alla visita ginecologica: sono quindi contento per i miei colleghi e per le mie colleghe. Per il resto continuerò a mantenere il silenzio sulle singole questioni. Io sono convinto di non aver mai fatto niente. Ho continuato a lavorare, a fare il consiglio comunale. Tutto come prima, e non ho mai smesso perché non ho mai perso la dignità“.

A febbraio 2024 erano state presentate le prime denunce che parlavano di palpeggiamenti e frasi invadenti. Secondo le ricostruzioni, durante una manifestazione di “Non una di meno” a Torino, in occasione del 25 novembre 2023, tre coetanee si sono riconosciute nelle testimonianze di molestie sessuali durante una visita ginecologica e hanno deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine. Poco dopo, l’apertura delle indagini da parte della procura di Torino. A luglio di quest’anno, la richiesta di rinvio a giudizio. Oggi l’assoluzione perché “il fatto non costituisce reato”.

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