C’è la descrizione precisa di un momento di vita quotidiana, nel reportage di AFP sull’Indonesia, dove è stato annunciato un provvedimento che punta allo stop del consumo alimentare di cani, gatti e pipistrelli, per prevenire il ritorno della rabbia. Si descrive un uomo che mangia da solo seduto davanti a una bancarella vuota a Giacarta. L’uomo si chiama Alfindo Hutagaol: nel suo piatto ci sono riso, sambal verde e carne di cane alla griglia. Un pasto che, nella capitale indonesiana, è ora vietato. A Giacarta il divieto è stato annunciato ufficialmente e ha un periodo di transizione di 6 mesi prima dell’applicazione. Nel resto dell’Indonesia il consumo e il commercio di carne di cane e gatto, non mangiate dai musulmani, sono ancora ammessi in molte regioni.
AFP, a quel signore che mangiava carne di cane, ha chiesto cosa ne pensi del divieto e la sua risposta è stata dritta: “Non dovrebbe esserci nessuna proibizione. Dio li ha creati perché fossero mangiati. Non bisogna guardare solo al lato negativo, ma anche ai benefici”, le parole del 36enne. E sono in tanti a pensarla come lui, nonostante il consumo della carne di cane non sia così diffuso. Il divieto fa però felici diverse associazioni come Dog Meat Free Indonesia (DMFI): “È un esempio concreto dell’impegno del governo di Giacarta, come città globale, nel promuovere il benessere animale”, le parole di Merry Ferdinandez.
Un sondaggio commissionato da DMFI nel 2021 mostrava che il 93% degli indonesiani respingeva il commercio di carne di cane e ne auspicava il divieto. A Giacarta la rabbia non è più presenta dal 2004 e il divieto, secondo Hasudungan Sidabalok, capo dell’agenzia comunale per sicurezza alimentare, mare e agricoltura, è “uno dei modi per mantenere questo stato. Non è una scelta semplice, perché si tratta di un’abitudine o forse di una cultura per alcune comunità”.