La vicenda della famiglia anglo-australiana che vive isolata in un bosco di Palmoli, nel Chietino, continua a essere oggetto di attenzione pubblica e istituzionale, mentre una petizione online di sostegno ha superato le settemila firme. Il caso riguarda i due genitori e i loro tre figli, che da anni hanno scelto un’abitazione priva di allacci a elettricità, gas e acqua, in un’area boschiva del comune abruzzese. La decisione, spiegano, è frutto di un percorso consapevole: “Per i nostri figli volevamo una vita diversa e abbiamo deciso di vivere nel bosco. Vogliamo vivere qui, con i nostri bimbi e i nostri animali”, dichiarano i genitori, che per l’istruzione della figlia di otto anni e dei due gemelli di sei si affidano all’home schooling tramite un’insegnante privata molisana. Catherine Birmigham, australiana, ex istruttrice di equitazione, e Nathan Trevaillon, inglese, ex chef, hanno scelto per i loro tre figli l’unschooling. “Non vogliamo portarli a scuola. Vogliamo che crescano qui nella natura. Imparano dai libri che abbiamo in casa ma soprattutto guardando noi lavorare nell’orto, fare il pane, cucinare, usare la motosega- dice papà Nathan. È un modo diverso di acquisire nozioni. Non solo studiando su un libro“.
La situazione è arrivata all’attenzione delle autorità lo scorso anno, dopo un episodio di intossicazione da funghi che ha portato l’intera famiglia in ospedale. In seguito, un controllo dei carabinieri nella loro abitazione ha determinato la segnalazione alla Procura dei minorenni dell’Aquila, che ha disposto la sospensione temporanea della potestà genitoriale, lasciando comunque i minori affidati ai genitori. L’iter giudiziario è ancora in corso e, secondo quanto emerge, una decisione definitiva sulla potestà potrebbe arrivare già la prossima settimana.
In questa fase, la difesa della famiglia ha annunciato la presentazione di nuove testimonianze. L’avvocato Giovanni Angelucci, che li rappresenta, ha ribadito la posizione dei suoi assistiti, sottolineando che non sono emersi elementi che indichino condizioni problematiche per i tre minori: “Non c’è alcun disagio, né violenza”, afferma il legale, aggiungendo che si tratta di “una scelta di vita ben precisa che mira a preservare il rapporto tra uomo e natura”. Il tema è molto dibattuto sui social. Molti utenti si sono schierati dalla parte della famiglia, giustificando il loro approccio educativo: “Non serve avere tante cose, la vera felicità passa attraverso lo sguardo rivolto all’umanità”.