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Maratoneti della stessa squadra morti nel sonno: un certificato medico di Anna Zilio era falso

L'inchiesta sulla runner è parallela a quella aperta dalla Procura di Vicenza sul decesso di un altro atleta, Alberto Zordan, appartenente sempre al Team km Sport
Maratoneti della stessa squadra morti nel sonno: un certificato medico di Anna Zilio era falso
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Spunta un certificato medico falso di abilitazione all’attività agonistica, risalente al 2021, nell’indagine relativa alla morte di Anna Zilio, 39 anni, la runner veronese trovata senza vita in casa il 14 ottobre scorso. Come riportato da Ansa, è questo un primo esito degli accertamenti che la Procura di Verona ha avviato verso ignoti per la vicenda che ha scosso l’ambiente podistico veneto. L’inchiesta su Zilio è parallela a quella aperta dalla Procura di Vicenza sul decesso di un altro atleta, Alberto Zordan, 48 anni, morto nel sonno tra l’1 e il 2 novembre e appartenente alla stessa squadra della donna, la Team Km sport di San Martino Buon Albergo, in provincia di Verona.

Nel 2021 la donna era stata costretta a interrompere l’attività sportiva per alcuni problemi medici. Zilio era segretaria della società sportiva e tra i suoi incarichi vi era quello di archiviare la documentazione degli atleti. Gli investigatori la scorsa settimana si erano recati in uno studio medico per verificare i documenti in particolare della donna. Non vi sono ovviamente certificati relativi al 2025, perché l’ultimo, risalente al 2024, vale per legge un anno e sarebbe dovuto ancora essere rinnovato.

Zordan invece sarebbe sempre stato in regola con i certificati medici. Le due morti sono avvenute a meno di tre settimane di distanza l’una dall’altra con le stesse modalità: un malore nel sonno. Questa è l’unica coincidenza che si somma alla comune iscrizione alle stessa società sportiva. Su entrambe le vittime è stato eseguito un esame diagnostico con il prelievo di tessuti, che saranno analizzati.

I magistrati hanno chiesto nello specifico un approfondimento sui liquidi biologici. La Procura di Verona ha nel frattempo conferito l’incarico per una consulenza tossicologica sull’eventuale presenza di sostanze nel sangue della donna. Emanuele Marchi, vicepresidente della Km Sport, aveva dichiarato di voler sapere la causa delle due morti “però noi come società – aveva puntualizzato nei giorni scorsi – non vediamo nessuna correlazione, purtroppo solo grande dispiacere e tristezza”, aveva aggiunto. Anche il legale della famiglia di Anna Zilio, l’avvocato veronese Marco Pezzotti, aveva ribadito come non vi fosse alcun collegamento tra questi due decessi: “Si tratta di una tragedia molto dolorosa, e attendiamo i risultati dell’autopsia che permetteranno di chiarire le cause della morte”.

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