Per ogni cold case c’è un muro di silenzio che nasconde quel delitto rimasto irrisolto. Anche a distanza di anni, come nel caso del giallo dei Sibillini che intreccia gli oscuri segreti dei salotti romani. Il delitto della baronessa di Rothschild è tornato alla ribalta delle cronache, grazie a delle nuove agghiaccianti intercettazioni raccolte dagli inquirenti della Procura di Macerata.
Il giallo dei Sibillini
È il 29 novembre del 1980. Jeannette Bishop, la baronessa Rothschild, una bellissima donna di 40 anni, svanisce in una tormenta di neve tra i monti sibillini, nel maceratese, insieme alla sua fidata assistente, la segretaria friulana Gabriella Guerin. La baronessa e la sua segretaria sono a Sarnano ma alloggiano nell’hotel “Ai Pini”. Nevica fortemente ma ugualmente decidono di fare un giro in montagna, prendono l’auto, una Peugeot 104, direzione Sassotetto. Sono le 17 del pomeriggio quando vengono viste per l’ultima volta nella piazza del paese. Non rientreranno mai più. Per giorni carabinieri con unità cinofile ed elicotteri al seguito setacciano i boschi alla ricerca dei corpi fino a quando, il 18 dicembre, viene ritrovata l’auto, sepolta dalla neve, nei dintorni della baita Galloppa. Non si tratta di un sequestro, nessun riscatto è stato avanzato I tabloid inglese iniziano a parlare di “giallo”. Il 27 gennaio del 1982 e Stephen May è ancora infuriato perché non c’è traccia della sua amata moglie sui monti sibillini. Fino a che, quella mattina, approfittando di uno squarcio tra le nubi due cacciatori di cinghiali, Domenico Panunti e Corrado Erminia, in un bosco tra il Lago di Fiastra e l’eremo di San Liberato, si imbattono nelle borse e negli scheletri delle due donne. Jeannette e e Gabrielle sono morte sul luogo del ritrovamento.
Le indagini
Dopo mesi, viene arrestato il commerciante brasiliano di pietre preziose José Rodriguez May, poi è rilasciato. Il giudice Alessandro Iacoboni, nemmeno 30enne, guida le indagini e scavando nella vita della baronessa scopre che Janette era venuta a conoscenza di pericolose verità su presunti traffici illegali. Manca la prova della sua sopravvivenza dopo la prima sera: il suo orologio da polso, un Omega automatico, rivenuto insieme ai suoi resti, è fermo al 12 dicembre 1980. Dai Sibillini le indagini arrivano in tutto il mondo, si parla della banda di Magliana, anonima sarda, brasiliani, Scotland Yard e della casa d’aste Sotheby’s. Nel 1989, il tribunale stabilisce che le due non sono morte di ipotermia nella neve: erano state uccise, ma non è possibile trovare i colpevoli. Iacoboni conclude che si tratta un duplice omicidio con cause e responsabili ignoti. Muore senza trovare risposte alle sue ottime ricostruzioni.
Il furto da Christies
Il giorno prima della scomparsa delle due donne, c’è stato un maxi furto alla casa d’aste Christies’ di Roma, in Piazza Navona. Si ipotizza che la morte dell’ex moglie di Rotschild sia collegata al colpo da cinque miliardi. Il primo a tracciare questo collegamento, anni dopo, sarà il magistrato Otello Lupacchini che si è imbattuto nel caso indagando sulla criminalità della Banda della Magliana “e sui legami che questa aveva con Sergio Vaccari, antiquario ucciso a Londra nel settembre 1982 e risultato in contatto con Jeanette May, l’ex baronessa Rothschild che si era riconvertita all’antiquariato, aprendo un suo negozio a Londra”. (Fonte: Il Corriere). Nella casa di Vaccari a Londra viene trovata la foto di un orologio del ‘700 rubato da Christie’s. Si legge da una relazione di Lupacchini del 2014:”Emerge, peraltro, anche la prova che Sergio Vaccari Agelli e Jeannette May Bishop si conoscevano, né si esclude un ‘rapporto d’affari’ tra loro, a proposito di una presunta ricettazione di preziosi sottratti alla famiglia Rothschild nel corso della causa di divorzio”.
La confessione in punto di morte
Qualche anno fa, a Sarnano, qualcuno, in punto di morte, fa delle confessioni sul mistero della baronessa. Così la procura di Macerata e il reparto del Ros di Roma riaprono il caso oltre 40 anni dopo e convocano i testimoni dell’epoca tra cui i cantonieri che salirono nella zona dove le due donne erano scomparse (Domenico Panunti e Corrado Ermini) e il geometra Nazzareno Venanzi, che seguiva l’acquisto di un casolare in zona per la baronessa. I protagonisti di quei giorni oggi sono tutti ultraottantenni. “Ma prima degli interrogatori in caserma gli anziani, che erano intercettati, hanno ripetuto il patto tra loro: “Continuiamo come abbiamo fatto fino a oggi: stiamo zitti”. E lo hanno fatto, sono rimasti zitti, tacendo quello che sapevano sul pomeriggio del 29 novembre 1980. Intercettati e interrogati, gli anziani hanno rispettato la consegna del silenzio e ai carabinieri del Ros di Roma non è rimasto altro che darne atto, nella relazione conclusiva depositata alla procura di Macerata”. (fonte: Il Resto del Carlino).
Le nuove indagini
A 45 anni di distanza gli specialisti del Ros rilevano che il geometra che seguiva Jeanette era un punto di riferimento per lei a Sarnano, “c’era viva cordialità tra loro” ha detto la moglie di lui. Possibile non sapesse dove fosse andata la donna? Mentre i cantonieri dissero di essere andati a casa Galloppa, il casolare vicino al luogo della scomparsa delle donne, per recuperare un box. “Operazione peraltro non molto sensata, con una tormenta. Messi di fronte a questa incongruenza dai carabinieri, i cantonieri hanno iniziato la lunga serie di “non ricordo”. Il buco nero della storia è casa Galloppa, dove il 29 novembre passarono i cantonieri e dove, in teoria, le due donne non erano mai andate. Ma in seguito alla loro scomparsa, in quell’edificio furono trovati piatti e resti di cibo, e in una tasca di Guerin c’era una posata che veniva da quella cucina. Qualcuno le ha trattenute lì, sequestrate? Qualcuno ha visto qualcosa che ancora non vuole rivelare?” (fonte: Il Resto del Carlino)
La baronessa
La bella baronessa Rotschild è nata a Minster, in Inghilterra. Figlia di una parrucchiera, a 16 anni si traferisce a Londra per avanzare verso i gradini più alti della scala sociale. Inizia come ballerina, poi tenta la carriera in tivù, nella Bbc dove inizia a condurre un programma. A un ricevimento incrocia lo sguardo del barone Evelyn de Rotschild che ne resta folgorato. I due si sposano nel 1966, ma divorziano appena cinque anni dopo. Appassionata di arredamento e di antiquariato, Jeannette apre a Londra uno studio di design. Incontra l’imprenditore e avvocato Stephen May che diventerà, nel ’77, il suo secondo marito ma per tutti resterà sempre la baronessa Rotschild. Durante uno dei frequenti viaggi in Italia, la coppia decide di acquistare un casolare nelle Marche, a Sarnano, nella frazione di Schito, dove la sua vita avrà un tragico epilogo.
Il collegamento con Calvi ed Emanuela Orlandi
Nella vicenda della baronessa si insinua l’istruttoria di un’altra vicenda inquietante, quella di Roberto Calvi, il banchiere di Dio “suicidato” a Londra, sotto il ponte dei Frati neri, dopo il crack del Banco Ambrosiano. Nel furto da Christie’s, ci sarebbe anche un pegno di 16 miliardi di gioielli dato a Calvi. Le coincidenze non mancano al punto che nel giugno del 1982 fanno sì che sui monti Sibillini arrivino gli uomini di Scotland Yard. Ma c’è di più. Appena un anno dopo, su forte sollecitazione dei Servizi Segreti, la famiglia di Emanuela Orlandi, la 15enne cittadina Vaticana rapita all’uscita dalla scuola di musica nel cuore di Roma, si affida su suggerimento del Vaticano al noto avvocato Gennaro Egidio, lo stesso che ha seguito la vicenda della baronessa Jeannette. Chi abbia saldato la sua importante parcella per gli Orlandi resta ancora un mistero così come la tragica fine della Baronessa e della sua amica fidata.