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“Ballando con le Stelle non è danza. La giuria? Opinionisti incompetenti”: l’affondo di Enzo Paolo Turchi

Il coreografo, 75 anni, si racconta al Corriere della Sera tra il Tuca Tuca e Nureyev. E sul suo passato: "A 8 anni facevo le pulizie in una bisca per mangiare"

di F. Q.
“Ballando con le Stelle non è danza. La giuria? Opinionisti incompetenti”: l’affondo di Enzo Paolo Turchi

“No, [non sogno di fare il giudice a Ballando con le stelle] perché lì non sono giudici ma opinionisti, la maggior parte non è competente. Ballando non è un programma di danza, contiene balli per persone che non sono ballerine”. Non usa mezzi termini Enzo Paolo Turchi, icona della danza televisiva italiana, in una lunga e schietta intervista al Corriere della Sera. L’ex scugnizzo dei Quartieri Spagnoli, 75 anni, ha ripercorso la sua carriera lanciando frecciate precise al mondo della tv di oggi.

Come quando ha spiegato perché Ballando non può essere considerato un talent di danza: “Contiene balli per persone che non sono ballerine. Faccio un esempio: se le do il testo di una canzone in inglese e le dico: devi impararla, l’impari anche se non conosci l’inglese. Così è il ballo. Per diplomarsi in danza ci vogliono 10 anni, sarebbe troppo comodo poterlo fare in tre mesi!”. Il suo sogno nel cassetto? “Fare il giudice di Amici. Per poter dire anche la mia che è un po’ diversa da quello che dicono loro”. Il nome di Enzo Paolo Turchi è indissolubilmente legato a quello di Raffaella Carrà, con cui infiammò l’Italia del 1971 con il Tuca Tuca. Un ballo che nacque per caso e che quasi costò loro il posto: “Nacque tutto per scherzo a casa di Raffaella”, ha raccontato. “Durante le prove i dirigenti tv ebbero un sussulto: ‘Ma questo è un ballo osceno!’. Raffaella mi disse preoccupata: ‘Mi sa che stavolta ci licenziano‘”. Li salvarono il successo immediato e l’intervento di Alberto Sordi, che “pose come condizione della sua ospitata quella di ballare il Tuca Tuca con Raffaella”.

Il loro legame era profondo: “Il nostro è stato l’incontro di professionalità e allegria tra due cazzari”. Un’intesa che si incrinò solo quando lui si innamorò di un’altra primadonna, Lola Falana: “Sì, [Raffaella] non mi parlò più, non mi volle con lei nel programma Millemilioni. Quando però dopo un anno mi lasciai, mi telefonò e mi chiese: ‘Sei cambiato?’. Ero cambiato. Corsi da lei e insieme partimmo per una tournée”. Alla domanda se tra loro ci fosse stato qualcosa di più, ha risposto netto: “Questi sono affari nostri”.

Infine, parlando della sua infanzia difficile, Turchi ha spiegato che “Sono storie un po’ bruttarelle… mia madre era fuori di testa, mio padre l’ho visto solo tre volte”, ha confessato. “Ad 8 anni per mangiare facevo le pulizie in una bisca. Mi davano 20 lire per comprarmi un panino”. E poi la tragedia delle due sorelline, Flora e Fausta, schiacciate da un carro armato a guerra appena finita: “A mia madre fu detto che per compensare il dolore doveva fare altri due figli, così nascemmo io e mia sorella Lydia. Ma fummo proprio maltrattati. Rimasi da solo. E io la notte piangevo… Ancora oggi non posso stare da solo, devo avere accanto a me la mia famiglia”. Infine, ha ricordato il bullismo subito quando studiava danza al San Carlo: “Mi chiamavano ‘ricchione’ quando scendevo per i Quartieri”. Un pregiudizio che, secondo lui, persiste: “Purtroppo sì, molto meno però. A volte è colpa di messaggi sbagliati da parte di quei ballerini omosessuali che dicono che la danza è femminile. Non è vero, la danza è forza”.

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