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“Berlusconi prese male la mia decisione, mi massacrò fino a pignorarmi tutto. Poi si ricredette e mi regalò due miliardi e mezzo di lire”: parla Massimo Boldi

L'attore si è raccontato in una lunga intervista al settimanale Gente: "Devo tutto a Bettino Craxi..."

di F. Q.
“Berlusconi prese male la mia decisione, mi massacrò fino a pignorarmi tutto. Poi si ricredette e mi regalò due miliardi e mezzo di lire”: parla Massimo Boldi

Suonava le canzoni dei Beatles nelle balere assieme a Claudio Lippi, in una band chiamata La Pattuglia Azzurra. Poi, per lui arrivò il Derby di Milano. Di chi siamo parlando? Di Massimo Boldi che si è raccontato in una lunga intervista al settimanale Gente e proprio a proposito del famosissimo locale meneghino in cui si sono “formati Diego Abatantuono, Teo Teocoli e tanti altri”, l’attore racconta che di lì passavano anche “i politici come Bettino Craxi: io gli devo tutto. Appassionato di cabaret, quando era assessore a Milano veniva a vedermi al Derby. Una sera del 1977 mi fece esibire a casa sua, in via Foppa. C’erano Ornella Vanoni, Renato Pozzetto, Lino Patruno, Caterina Caselli con il marito Piero Sugar. Alla fine della cena Bettino mi presentò uno degli ospiti: ‘Questo signore farà una televisione e tu lavorerai con lui’. Era Silvio Berlusconi, che l’anno seguente lanciò Telemilano 58, da cui sarebbe nato Canale 5″.

E Berlusconi per un lungo periodo fu prima di tutto fan di Boldi (“Io lo deliziavo perché parlavo in lissonese… Si ricordava a memoria tutti gli sketch del mio primo personaggio di successo al Derby: Fidelio Cam”), almeno fino a quanto l’attore non decise di andare in Rai per Fantastico: “La prese male, e aveva ragione… mi massacrò fino a pignorarmi tutto. Per fortuna si ricredette e un giorno mi disse: ‘Due miliardi e mezzo di lire te li regalo, gli altri (soldi che Boldi doveva a Berlusconi) invece me li ridai firmando con me un nuovo contratto e per ogni giorno passato in azienda ti conteggio dieci milioni di lire. Fu la mia salvezza”.

Ma nella lunga intervista c’è modo anche di parlare dell’amore per la moglie Marisa, scomparsa nel 2004: “Credo che la mia vita sia piena di vite: Marisa fa parte di una di queste, la più importante”. E l’attore racconta di averla conosciuta a Milano, in via Procaccini dove la sua famiglia aveva una latteria: “Mangiava in un angolo del nostro locale. Era taciturna la Marisa ma io, lentamente e con la mia simpatia, sono riuscito ad avvicinarla e anche a conquistarla… Le offrivo di accompagnarla sempre a casa a Rozzano, una città alle porte di Milano. Fin quando un giorno il papà di Marisa mi invita a entrare…”.

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