Musica

Alla scoperta della nuova club culture: sperimentazioni e ricerca di dischi sconosciuti. Il racconto di Rossella Essence, Coca Puma e Eternal Love

I tre artisti sono tra i selezionati per la seconda edizione di Jameson Distilled Sounds

di Gabriele Scorsonelli
L’arte del digging: il progetto Eternal Love - 4/4

L’arte del digging: il progetto Eternal Love - 4/4

Il duo degli Eternal Love, formato da Federico Facchinetti ed Edoardo Aldini, fonde deep house e atmosfere retrò. I due, dj e producer, sono esperti nel “digging”, ovvero la ricerca di dischi poco conosciuti a cui poi ridanno vita suonandoli nei club. Con il tempo il loro progetto è cresciuto, hanno aperto anche un canale YouTube e riscosso consensi nei dancefloor internazionali.

Com’è nato il progetto Eternal Love?
È nato, senza dubbio, in qualche magazzino di vinili polveroso e maleodorante dove noi abbiamo sempre amato e tuttora amiamo passare le giornate. È partito come un progetto di ricerca di musica ancora sconosciuta, come canale YouTube e radio show. Con il tempo, grazie alle richieste, si è trasformato in un vero e proprio progetto musicale: prima come dj, e da qualche anno anche con produzioni nostre, sentendo la necessità di esprimerci al 100%.

Siete esperti nel “digging”. Che valore ha la ricerca e la valorizzazione di dischi poco conosciuti e qual è il posto più strano dove ne avete trovato uno?
Il digging è il punto di partenza del nostro progetto e la nostra essenza musicale. Anche in studio ci lasciamo guidare dai dischi scovati nel tempo, che finiscono per plasmare il nostro sound. Non c’è soddisfazione più grande che trovare un 45 giri impolverato e trascurato in un negozio di Città del Messico e suonarlo poco dopo in un dj set davanti a centinaia e a volte migliaia di persone. È un modo, nel nostro piccolo, per restituire qualcosa all’artista dimenticato: educa, arricchisce. Altrimenti che noia suonare sempre e solo le hit. Dov’è il gusto?

Com’è stato lavorare con Anderson Paak, vi ha dato un consiglio che vi è rimasto impresso?
Abbiamo avuto l’opportunità di lavorare con Paak durante una settimana di workshop in Irlanda, all’interno del progetto Jameson Distilled Sounds. È stata un’esperienza unica perché lui è davvero “uno di noi”: vive di musica 365 giorni l’anno e non gli importa chi ha davanti, ti dà l’idea di metterci la stessa passione in ogni progetto, a prescindere dall’apparente “importanza”. Ci ha trasmesso la fame e la dedizione che gli sono servite per arrivare a quei livelli: non mollare mai e restare focalizzati sulla musica che amiamo. Poi il resto arriva, qualunque sia il genere.

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