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Omicidio Marco Veronese, l’agguato del killer incappucciato. “Ha colpito anche quando era a terra”

Al momento, per le modalità, si esclude soltanto che possa essere un omicidio legato alla criminalità, ma si sospetta si tratti di un agguato. Non si è trattato di una rapina, perché il borsello con il portafogli è stato trovato
Omicidio Marco Veronese, l’agguato del killer incappucciato. “Ha colpito anche quando era a terra”
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Lo descrivono come una persona tranquilla, gentile, Marco Veronese. Piccolo imprenditore di 39 anni, è stato ucciso brutalmente, con molte pugnalate al petto a notte fonda, intorno all’una e trenta di giovedì 23 ottobre, a Collegno, città alle porte di Torino. Al momento, per le modalità, si esclude soltanto che possa essere un omicidio legato alla criminalità, ma si sospetta si tratti di un agguato. Così restano aperte altre ipotesi setacciate in queste ore dai carabinieri per capire se l’uomo, descritto da chi lo conosce come una persona specchiata, avesse avuto problemi personali o legati alla sua attività, motivi di rancore tali da spingere qualcuno a ucciderlo così.

Padre di tre figli, separato, Veronese aveva creato nel 2007 la M & M Service, un’impresa individuale che si occupa di installazione di sistemi di videosorveglianza e di antifurti. Giovedì notte stava rientrando verso la casa dei suoi genitori, da cui era tornato a vivere da alcuni anni, dopo la fine del matrimonio. Sceso dalla sua auto in via Sabotino, a pochi passi da corso Francia (un’arteria che da Torino prosegue verso Ovest attraversando le città vicine), è stato raggiunto dall’omicida, un uomo con una giacca tecnica e il cappuccio calato sulla testa.

Le sue grida hanno attirato l’attenzione di qualche residente. Una vicina di casa ha raccontato: “Ho sentito delle urla, forti: ‘Bastardo, cosa fai?’, e mi sono affacciata al balcone. Ho visto un uomo col cappuccio in testa che ne inseguiva un altro. Questo urlava e correva, cercando di scappare, fino a che è stato raggiunto e colpito, più volte. A quel punto è finito a terra, urlando, ‘Oh mio Dio’, e non si è più mosso. Era stato ucciso”. Mentre assisteva alla scena, la donna ha chiamato il 112.

Sul posto è arrivata un ambulanza, ma il personale sanitario non ha potuto fare nulla per salvare Veronese. L’assassino lo ha colpito con una decina di coltellate al petto, anche quando il 39enne era ormai a terra esanime, racconta la testimone. I carabinieri delle Compagnie di Collegno e Rivoli, arrivati sul luogo del delitto, indagano con il supporto del Nucleo investigativo di Torino, coordinati dal sostituto procuratore Mario Bendoni. Non si è trattato di una rapina, perché il borsello con il portafogli è stato trovato. I militari hanno proceduto subito ad acquisire le immagini della videosorveglianza della zona, che potrebbero fornire qualche indizio, e ad ascoltare i primi testimoni. Dovranno inoltre setacciare i suoi ultimi contatti e ricostruire le ultime ore e le ultime giornate di vita di Veronese.

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