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Femminicidio Luciana Ronchi, il procuratore di Milano: “Colpita con 14 coltellate con particolare accanimento al volto”. L’assassino al pm: “Sono un fallito”

L'assassino non ha opposto resistenza: "Datemi l'ergastolo. Stanotte dormo in galera". La vittima è morta un’ora dopo, in sala operatoria, all’ospedale Niguarda per i fendenti al volto e alla giugulare
Femminicidio Luciana Ronchi, il procuratore di Milano: “Colpita con 14 coltellate con particolare accanimento al volto”. L’assassino al pm: “Sono un fallito”
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Datemi l’ergastolo“. Le mani alzate davanti agli agenti della Polizia locale che lo stavano cercando da ore. Così con la voce quasi calma, Luigi Morcaldi, 64 anni, che aveva accoltellato a morte l’ex moglie, ha chiuso la sua giornata di sangue. Era tra gli alberi del Parco Nord, dove aveva vagato per ore, sporco di sangue e dove ha gettato il coltello con cui ha massacrato Luciana Ronchi, spirata al Niguarda dove hanno tentato di salvarle la vita. Il femminicida era lì: “Mi stavate cercando, ma io ero sempre qua. Sono un assassino”. Non si era mai davvero allontanato dal luogo del delitto, da quella casa di via Grossini dove fino a tre anni fa aveva vissuto con l’ex moglie e dove alcuni vicini lo avevano visto appostato come in agguato almeno da una settimana. “È stato un momento, non me lo so spiegare”, avrebbe detto ai pm.

Resta da accertare anche se ci fossero stati interventi precedenti delle forze dell’ordine, oltre a quello di tre anni fa per una lite in famiglia, quando la coppia si stava separando. Nessuna denuncia, comunque, era mai arrivata in Procura. La vittima è stata colpita con 14 coltellate e con “particolare accanimento al volto” ha detto il procuratore di Milano Marcello Viola in un punto stampa a cui hanno partecipato anche gli investigatori della Polizia Locale. Viola ha aggiunto che dalle immagini delle telecamere si vede l’uomo che “si muove con estrema determinazione e rapidità”. Il procuratore ha poi voluto esprimere “cordoglio e dolore per questo ennesimo fatto di sangue, per questo ennesimo femminicidio che macchia di nuovo le strade della città”.

L’agguato

La vittima 62 anni, lavorava in una mensa e aveva finalmente ritrovato un po’ di serenità. Aveva ricominciato a sorridere, dicono i vicini. Da settimane però qualcuno la osservava dall’altra parte della strada, fermo sullo scooter, a fissarla in silenzio. L’uomo da cui si era separata nel 2022, dopo litigi, tensioni, e un intervento delle forze dell’ordine mai seguito da una denuncia. Un uomo che non accettava la fine. Mercoledì mattina, poco dopo le dieci, l’ha aspettata sotto casa. Lei l’ha visto arrivare, casco in testa, mani in tasca. “Te ne devi andare” gli avrebbe detto. Morcaldi ha cominciato a colpire prima al volto, poi al collo, recidendole la giugulare. Luciana Ronchi ha cercato di scappare verso il portone, ma lui l’ha raggiunta gridando: “La casa è mia!”. Si è accasciata sull’asfalto, dove poi la scientifica ha per tutto il resto del giorno eseguito i rilievi..

La fuga

Morcaldi è scappato in scooter, poi ha lasciato il mezzo e si è rifugiato in un’auto, dove ha abbandonato una giacca insanguinata e una lettera contro di lei e contro il figlio, Andrea, 28 anni, con cui aveva rotto ogni rapporto. Poi ha vagato nel parco, senza più direzione, fino a sera. È stato tradito da un dettaglio: per un istante ha acceso il cellulare. Gli agenti della polizia locale l’hanno trovato tra gli alberi, vicino a un chiosco, a un chilometro e mezzo da quella che era stata la sua casa. Non ha opposto resistenza: “Stanotte dormo in galera”. Luciana Ronchi è morta un’ora dopo, in sala operatoria, all’ospedale Niguarda.

L’interrogatorio

Il 64enne, che ha pianto durante l’interrogatorio di mercoledì sera, ha detto che non si sa spiegare perché l’ha fatto, ma ha anche ricostruito il suo “fallimento di vita, di relazione, che poi è diventato anche economico“. Un fallimento che ha addebitato all’ex compagna (i due non sono mai stati sposati, a differenza di quanto emerso ieri) e al figlio. E da cui sono scaturite le sue “rivendicazioni” economiche. Tanto che prima di ucciderla le ha gridato: “Questa è casa mia, te ne devi andare”. Morcaldi è accusato di omicidio aggravato dalla relazione affettiva terminata. Oggi i pm inoltreranno all’ufficio gip la richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere. Al momento, dunque, l’aggravante, contestata dai pm della Procura diretta da Marcello Viola nell’imputazione di omicidio, è quella prevista della relazione affettiva terminata. I due non erano mai stati sposati e si erano separati di fatto nel 2022. La 62enne era rimasta a vivere nell’abitazione di via Grassini, a lei intestata, dove prima avevano vissuto insieme.

La lettera

“La torta avvelenata” è il titolodi uno scritto ritrovato nell’auto di Morcaldi che si rivolge “all’ex moglie” e al “figlio”, riversando su loro la sua “rabbia e frustrazione”. Un particolare che emerge dal fermo di indiziato di delitto del 64enne.

La camminata

Una camminata dedicata a Luciana Ronchi per fermare ogni forma di violenza maschile contro le donne è stata quella organizzata per giovedì sera alle 19, in via Grassini, dalla comunità di Bruzzano, il quartiere dove abitava.
Già diverse le adesioni all’iniziativa, promossa da Municipio 0 e Abitare società cooperativa. Tra queste anche la Camera del Lavoro di Milano e il sindaco di Milano Beppe Sala.

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