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“I gatti spariscono o muoiono avvelenati, non si trova sangue e nemmeno peli. Fanno ritrovare le teste, il copione è sempre lo stesso”: ancora mici scomparsi a Piacenza

Oltre 15 felini uccisi a Piacenza, casi simili in Emilia-Romagna, Toscana e Valle d'Aosta. Il consigliere bolognese dei Verdi Davide Celli: "Operazioni organizzate"

di Davide Turrini
“I gatti spariscono o muoiono avvelenati, non si trova sangue e nemmeno peli. Fanno ritrovare le teste, il copione è sempre lo stesso”: ancora mici scomparsi a Piacenza

Ancora gatti che spariscono. Ancora gatti avvelenati o ritrovati morti. Dopo le centinaia di casi sospetti rilevati nell’ultimo anno in decine di località del centro nord Italia (un resoconto completo lo trovate nel primo numero della rivista Animal Interviews – Che fine hanno fatto i nostri gatti? ndr) , nelle ultime ore si aggiunge il caso di Niviano di Rivergaro in provincia di Piacenza. Come riporta il quotidiano locale Libertà, “dalla scorsa estate sono scomparsi o sono stati uccisi oltre quindici felini nel quartiere di Borgo Castello e negli ultimi giorni la situazione si è aggravata con la morte di Simba, la gatta della consigliera comunale Maria Scattaglia, dopo giorni di sofferenze per un’intossicazione e il ritrovamento di altri tre felini morti”. Come segnala il quotidiano piacentino per due di questi casi i veterinari hanno confermato che si tratta di avvelenamento e che non sono stati trovati bocconi avvelenati come capita nove volte su dieci quando si tratta di qualche vendetta personale o caso isolato. A infittire il mistero è la sparizione del corpicino senza vita del terzo gatto trovato morto.

Come scrive Libertà, “la mattina successiva al ritrovamento la carcassa era sparita”. E come per decine di altri casi, l’ipotesi classica e abbastanza sbrigativa dell’azione di predatori selvatici è già stata messa in un angolo, in quanto sembra difficile che un lupo o una volpe invece di predare il felino lo costringano a mangiare qualcosa di avvelenato per ucciderlo. “La popolazione chiede giustizia e c’è chi pensa di organizzare ronde notturne”, spiega ancora la Libertà.

“In tutto il paese continuano a sparire i gatti. In Emilia Romagna a migliaia negli ultimi mesi, ma anche a Cogne in val d’Aosta, in molte località toscane, nel ravennate, nella Repubblica di San Marino dove peraltro è stata aperta un’inchiesta”, ha spiegato nell’ultima seduta del consiglio comunale di Bologna, il consigliere dei Verdi, Davide Celli. “L’ultima segnalazione è di ieri e mi è arrivata da un giornalista di Lugo. Non si tratta di una sparizione singola, ma da poche decine al centinaio di felini che finiscono nel nulla. Sono quelli che io chiamo hot spot, cioè è come se si accendesse improvvisamente una luce e in un’area ristretta cominciassero a sparire gatti. Come solo a Roma poco tempo fa quando ne sono spariti dieci in una notte”. “Il copione è sempre lo stesso – continua Celli – non si trova sangue e nemmeno peli, anzi diverse volte si sono rinvenuti peli fasulli. Qualcuno fa ritrovare teste di gatto per dare la colpa ai lupi in alcuni casi supportando la tesi con video palesemente falsi dove appaiono finti lupi. Video dei quali non si conoscono mai gli autori. A Lesignano de’ Bagni (Parma) per incolpare i lupi hanno fatto ritrovare teste di gatto in pieno centro, di fianco a una scuola, luoghi dove un lupo non si aggira”.

“Sapete allora di che si tratta? – chiosa Celli nel suo intervento pubblico rintracciabile sulla sua pagina Facebook o in quella del Comune di Bologna – si tratta di depistaggi. Questi personaggi che fanno sparire gatti si scambiano informazioni dentro gruppi chiusi agendo in modalità militari: c’è chi fa sopralluoghi, chi foto, chi segnala posti dove agire con conseguente ricompensa, oppure chi fa foto a case dove ci sono gatti e poi rimane nei paraggi. In alcuni casi, come a Monzuno (Bologna) sono stati usati anche i droni. È un fenomeno nuovo che le istituzioni devono monitorare, perché potrebbe ulteriormente degenerare. Allora mi chiedo: perché le forze dell’ordine non indagano e la magistratura non apre un’inchiesta?”.

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