Si intitola “Discordia, armonia e altri stati d’animo” il nuovo disco di Mecna, in uscita il 24 ottobre. Il rapper ha voluto ancora una volta fotografare i suoi stati d’animo, la ricerca interiore ma anche lanciandosi in un ritratto della sua generazione. Un lavoro introspettivo con la presenza di due nuovi produttori Lvnar e Fudasca. Ad anticipare il nuovo album sono i brani “Ritratti” e “La stessa canzone”, usciti rispettivamente il 26 settembre e il 14 ottobre.
“Volevo che il titolo fosse complesso, ma allo stesso tempo una cosa molto semplice. – ha affermato Mecna – Discordia credo sia una delle parole più belle che ci siano o almeno, in questo periodo, ci sono particolarmente affezionato. In autostrada spesso ho visto questo Tir con la scritta gigante discordia, ogni volta che lo vedevo mi sembrava un logo bellissimo e quindi da quel momento questa parola ha iniziato a suonare nella mia menta e l’ho scelta per il titolo. In contrapposizione c’è l’armonia che parla proprio anche del modo di vedere la musica che salta un po’ di registri diversi: dall’approfondimento e dalla introspezione a cose decisamente più leggeri e divertenti. Come giusto che la musica faccia insomma che rappresenti tutti gli stati d’animo. Tanto che nel disco ci sono due produttori che hanno due stili diversi: Lvnar e Fudasca”.
E ancora: “Nel disco dico che ho fatto pace con i miei demoni. È vero nel senso che ho capito cosa mi fa stare bene, cosa mi piace e quindi forse ho smesso per un attimo di cercare a tutti costi altro, quando non si apprezza quello che si ha. Qui torna in campo la discordia che mi invoglia a fare sempre di più, arrivare sempre a più persone. Quindi tutto questo c’è sempre una dimensione sana, che mi fa essere abbastanza lucido. Forse ho trovato un po’ più lucidità, che pace”.
L’analisi si sposta poi ad un quadro generale: “Tra i brani c’è anche “Sognare in grande”: È una fotografia di quello che mi circonda. Spesso parlo con i miei amici che hanno dai 25 ai 40 anni e trovo dei discorsi un po’ di spaesamento generale. Non voglio dare delle risposte ai posteri, ma raccontare quello che sento e quello che vedo. Per me è un manifesto, parla della mia generazione, dei miei amici e di quello che vedo quando mi guardo intorno. Parla del tentativo di diventare grandi, delle illusioni e degli sbagli che a volte si fanno”.
“Ho scelto un percorso che è quello di raccontarmi e credo si senta. – ha continuato – Poi ovviamente c ‘è tutta la parte di sperimentazione musicale, anche provare ad andare magari in territori diversi. L’ho sempre fatto e mi è sempre piaciuto. Forse in questo disco sono un po’ tornato a quello di cui mi sono affezionato quando ho ascoltato per la prima volta il rap e soprattutto il rap che rifletta cose un po’ più personali”.
Non a caso il disco chiude con “Ritratti”: “Uno sfogo, una radiografia di dove sono e di come mi sento, guardando indietro e attorno a me, soprattutto nell’ambiente della musica, ma non solo. È un flusso di coscienza di cose che mi passavano per la testa che in quel momento, che è una cosa che c’è tanto in questo disco e forse trova la sua massima espressione nelle psiche e l’introspezione. Questa cosa l’ho sempre amata perché mi ha sempre sorpreso, cioè scrivere iniziando qualcosa cosa che non so dove mi porta. È una scintilla che mi piace conservare ed è forse la cosa che più mi piace”.
Dal 17 gennaio 2026 parte il “Terapia Club Tour 2026” nei principali club italiani e che si concluderà con un’unica data internazionale l’8 febbraio al Colours Hoxton di Londra (UK)