Galeotto fu sempre Quentin. E se qualcuno tende a scordarselo su Amazon Prime da pochi giorni c’è un Tarantino che ha girato un film a Milano. Si chiama Rocco Marino e il film s’intitola Mi faccio di rock and roll. Un lungometraggio a costo zero, pieno di pistolettate, erotismo spiccio e facce da cinema. L’hanno definito una black comedy, cosa che peraltro è. Mi faccio di rock and roll però è più una specie di sulfureo e stralunato crogiolo tra i capolavori del maestro (Le iene, Pulp fiction), ma anche Fuori Orario, Tutto in una notte e I soliti sospetti.
Il filo del tempo che si riavvolge e si incrocia di continuo attorno ad un notturno contest musicale nel tempio meneghino del rock – che si svolge il 24 settembre 2017 – con premio un presunto contratto discografico, fa da sfondo al susseguirsi di personaggi bizzarri che abitano strade e locali milanesi. C’è il duo che fa accoppiare a pagamento extracomunitari con ragazze italiane usando un camioncino; c’è Trisha (notevole il dark side di Claudia Campani) una killer che ricorda Uma Thurman e che si rivela debole di cuore; un trapper afro ma italianissimo con un debole per le ragazze; quattro giovani rapinatrici in shorts e tshirt; più un ammasso bizzarro di allibratori, scommettitori, criminali di piccolo calibro. Marino li comprime letteralmente tutti dentro al locale dove gareggiano quattro band che, se non fosse per i Cool fathers (due vecchietti con la barbona bianca hippie che rappano su basi oltretutto poco rock), potremmo pure dimenticarcele. Ad ogni sfogliare di capitolo/personaggio (player 1,2, 3 ecc) si torna leggermente indietro nella trama e si ripercorre un brandello di storia che inevitabilmente ne illumina un angolo di un’altra. Quasi tutti i personaggi possiedono una pistola, e la useranno.
Quasi tutti si trovano in mezzo a istintive pulsioni di sesso e di soldi, e non se li faranno scappare. Il tono è quello tra un maledettismo naif da periferia e l’istrionico sfigato underground. Mi faccio di rock and roll convince nella misura in cui i bordoni narrativi si accumulano, e avvince dal momento che ogni tassello si aggiusta con quello appena passato a fianco. Non che sia un cinema di geometrie esasperato quello di Marino (che si concede anche la parte in scena di un infingardo raccoglitore di scommesse). Semmai siamo dalle parti di una goliardica e giocosa dimensione della violenza catartica con uno stallo alla messicana che funziona come nei migliori esempi della storia e un finale che potrebbe perfino rimanere eternamente aperto. Si diceva del budget zero. Mi faccio di rock and roll è stato ideato e preparato nel 2017, sospeso poi concluso e mostrato in alcune anteprime nel 2022 e infine approdato su Amazon nel 2025. Un’avventura curiosa, testarda e vincente. Un hurrah per Alessandro Antonazzo che interpreta Vinz, assoluto mattatore nel caravanserraglio dei presunti cattivi. Cameo di Pino Scotto.