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Ultimo aggiornamento: 19:53 del 17 Ottobre

Fenice in piazza anziché alla Prima: protesta di orchestra, coro e maestranze contro la nomina di Venezi. E al nome di Brugnaro partono fischi e buu

Inno di Mameli e interventi al sit-in che ha riunito centinaia di cittadini: "La nostra battaglia è solo culturale, con la nostra musica stiamo facendo resistenza". Per i professori d'orchestra è "una delle pagine più buie del nostro teatro"
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Orchestrali, coriste e coristi, maestranze e lavoratrici e lavoratori della Fenice di Venezia in piazza per protestare contro la nomina di Beatrice Venezi a direttore musicale del teatro nel giorno in cui sarebbe dovuta andare in scena la prima di Wozzeck alla Fenice, riuniti in Campo Sant’Angelo, con un concerto-manifestazione aperta al pubblico. L’appuntamento è stato alle 17.30, nel momento in cui era prevista l’opera di Alban Berg, saltata per lo sciopero. Erano presenti centinaia di persone: tra loro anche l’attrice Ottavia Piccolo. Una battaglia non “personale” né “ideologica”, è stato ribadito durante alcuni degli interventi ma “artistica e profondamente culturale”. “Il nostro sciopero di oggi, il concerto che offriamo sono atto di amore per il nostro pubblico. Ringrazio la cittadinanza e invito tutti a restare e capire perché oggi, con la nostra musica stiamo facendo resistenza. La cultura si costruisce insieme” spiega Emiliano Esposito della Rsu del teatro. “Siamo qui perché non possiamo accettare che una nomina così centrale come quella del direttore musicale avvenga senza trasparenza, senza confronto, e senza rispetto per le competenze e il valore delle persone che ogni giorno tengono vivo questo teatro” aggiunge.

L’orchestra ha suonato l’Inno di Mameli. Al violoncello Marco Trentin, rappresentante sindacale della Fials che appena ha citato il sindaco e presidente della Fondazione Luigi Brugnaro ha suscitato una selva di fischi e buuh. “Il sindaco ci ha detto che con le grandi doti Venezi farà esplodere il botteghino” sottolinea Trentin, mentre risuonano i fischi. Per il professore d’orchestra si tratta di “una delle pagine più buie del nostro teatro”.

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