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Torna l’allarme per la cimice asiatica in Veneto e in Emilia-Romagna: come fermare l’infestazione dell’insetto che danneggia frutti semi e ortaggi

L'insetto invasivo minaccia le colture agricole. Già stanziati 10 milioni di ristori in Emilia-Romagna per gli agricoltori colpiti.

di F. Q.
Torna l’allarme per la cimice asiatica in Veneto e in Emilia-Romagna: come fermare l’infestazione dell’insetto che danneggia frutti semi e ortaggi

In Emilia-Romagna e Veneto torna l’allarme per la cimice asiatica, insetto che negli ultimi anni ha causato gravi danni alle colture agricole. L’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi ha spiegato che “solo in Emilia-Romagna sono stati dati 10 milioni di ristori e indennizzi per gli agricoltori: nel 2025, dopo due anni di miglioramento, la situazione è tornata a peggiorare e per questo stiamo portando avanti ricerche, anche in collaborazione con gli Stati Uniti, per trovare soluzione”.

Mammi ha aggiunto che “l’Emilia-Romagna si trova nella stessa situazione di altre regioni circostanti come il Veneto”, rispondendo a un’interrogazione della consigliera di Fratelli d’Italia Annalisa Arletti.

La cimice asiatica (Halyomorpha halys), originaria dell’Asia orientale, è un insetto invasivo che si è diffuso in Italia dal 2012, con il primo ritrovamento nel modenese. Secondo la Regione Toscana, “la cimice è capace di nutrirsi di numerose specie vegetali e danneggia frutti, semi e ortaggi”. L’insetto si rifugia negli edifici durante l’inverno e “nelle zone più calde può sviluppare fino a quattro o sei generazioni all’anno”, mentre in Italia se ne contano solitamente due.

La Regione Piemonte ricorda che “la cimice asiatica cerca rifugio nei luoghi più riparati delle abitazioni, come mansarde, sottotetti, cassonetti delle tapparelle o ripostigli, dove trascorre i mesi invernali. Con l’arrivo della primavera torna attiva e lascia questi ambienti per spostarsi su piante coltivate, ornamentali o selvatiche”.

Per contrastare l’infestazione, le amministrazioni indicano di “agire prima che gli insetti si risveglino dal periodo di svernamento”, individuando i punti di rifugio e procedendo alla cattura manuale o tramite aspiratori. Se gli esemplari sono già attivi, è possibile “bloccarli temporaneamente con ghiaccio secco spray, per poi catturarli più facilmente”.

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