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Napoli, la Procura ci ripensa e chiede l’archiviazione dell’inchiesta sugli ospedali dell’emergenza Covid

Nel 2023 fu chiesto il rinvio a giudizio, poi annullato per un vizio di notifica degli atti
Napoli, la Procura ci ripensa e chiede l’archiviazione dell’inchiesta sugli ospedali dell’emergenza Covid
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A quattro anni dall’apertura di un’inchiesta che fece molto rumore, quella sulla realizzazione degli ospedali modulari a Napoli durante la fase più cruda dell’emergenza Covid, arriva la richiesta di archiviazione. E’ firmata dal pm Luigi Landolfi, in forza all’ufficio guidato da Nicola Gratteri. Secondo la Procura, non ci sono riscontri alle tesi accusatorie emerse durante la prima fase delle indagini e non è possibile sostenerle in giudizio.

L’ufficio ha maturato un ripensamento dopo una richiesta di rinvio a giudizio del 2023. E’ la vicenda raccontata da ilfattoquotidiano.it nel dicembre di quell’anno, quando le carte tornarono indietro alla fase di avviso conclusione indagini per un vizio di notifica, l’assenza di alcune pagine nell’atto notificato a una ventina di indagati e ai loro avvocati.

Successive memorie prodotte dal collegio difensivo, tra cui gli avvocati Giuseppe Fusco e Giuseppe Vacca, tra i difensori dell’ingegnere Ciro Verdoliva, il principale indagato, e di un altro indagato, hanno convinto il pm Landolfi – erede di un fascicolo aperto dal pm Simone De Roxas – che non c’era materia sufficiente per affrontare un processo per reati contestati che andavano dalla turbativa al falso e alla frode in pubbliche forniture, fino al traffico d’influenze e al peculato.

All’epoca Verdoliva era il manager dell’Asl Napoli 1. Oggi è il manager dell’ospedale Ruggi di Salerno. Viaggiano verso l’archiviazione anche il coordinatore dell’unità di crisi coronavirus, Italo Giulivo, la dirigente dell’unità di crisi e dell’ufficio di gabinetto di De Luca, l’ingegnere Roberta Santaniello, ed altre 16 persone. L’ultima parola sulla richiesta di archiviazione, anticipata stamane da Il Mattino, spetta al Gip.

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