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“Prima il sollievo, poi l’inferno con spasmi dolorosi e incontrollati che portano anche alla morte. Ecco perché succede”: svelato il “segreto” del veleno del mamba

La ricerca, pubblicata sulla rivista Toxins, fa luce sulla doppia azione del veleno dei serpenti più letali d'Africa, responsabili di 30.000 morti l'anno. Una scoperta che apre la strada a nuove cure salvavita

di F. Q.
“Prima il sollievo, poi l’inferno con spasmi dolorosi e incontrollati che portano anche alla morte. Ecco perché succede”: svelato il “segreto” del veleno del mamba

Un paradosso clinico che per decenni ha lasciato perplessi i medici e messo a rischio la vita di migliaia di persone. Un paziente, morso da un letale mamba nero, arriva in ospedale paralizzato. Gli viene somministrato l’antidoto, e i muscoli iniziano a riprendere tono, un segno di speranza. Ma poco dopo, l’inferno: il corpo viene scosso da spasmi dolorosissimi e incontrollati, una crisi inspiegabile che a volte porta alla morte. Qual era la causa di questo terrificante peggioramento?

Un nuovo, fondamentale studio condotto da un team di ricerca internazionale guidato dall’Università del Queensland, in Australia, ha finalmente risolto questo “mistero clinico di vecchia data”. E la risposta è tanto affascinante quanto inquietante: è proprio l’antiveleno, la cura, a scatenare la seconda, nascosta fase dell’avvelenamento. Gli scienziati hanno scoperto che il veleno dei mamba (ad eccezione del mamba verde orientale) possiede una doppia azione neurotossica. La prima, più immediata, è di tipo postsinaptico: le tossine bloccano i segnali nervosi dopo la sinapsi (il punto di contatto tra i neuroni), impedendo ai muscoli di contrarsi e causando una paralisi flaccida.

Ma all’interno del veleno si nasconde una seconda componente, presinaptica, che agisce in modo opposto, causando un’eccessiva stimolazione dei nervi e quindi una paralisi spastica. Questa seconda tossina, però, rimane “latente”, ovvero nascosta e inattiva. “Gli attuali antiveleni possono curare la paralisi flaccida”, ha spiegato il professor Bryan Fry, a capo del team di ricerca. “Ma questo studio ha scoperto che i veleni di queste specie sono poi in grado di attaccare un’altra parte del sistema nervoso, causando paralisi spastica”. L’antidoto, infatti, neutralizzando la prima tossina, finisce per “smascherare” o “risvegliare” la seconda, innescando la crisi di spasmi. “È come curare una malattia e all’improvviso scoprirne un’altra”, ha chiosato l’esperto con una metafora perfetta.

La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Toxins, è stata condotta testando i veleni di varie specie di mamba e i relativi antidoti su cellule nervose e muscolari di uccelli. “Ci aspettavamo di vedere una chiara paralisi flaccida e un’efficace neutralizzazione”, ha dichiarato il coautore dello studio, Lee Jones. “Quello che non ci aspettavamo di trovare era l’antidoto che smascherava l’altra metà degli effetti del veleno”. Questa scoperta è di un’importanza cruciale: i mamba, nell’Africa subsahariana, uccidono circa 30.000 persone ogni anno. Comprendere il meccanismo completo del loro veleno permetterà ora agli scienziati di sviluppare antidoti di nuova generazione, capaci di neutralizzare entrambe le componenti tossiche e di salvare innumerevoli vite umane da uno dei morsi più temuti del pianeta.

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