A Milano è stato presentato il “Manifesto per una cultura della responsabilità nella relazione con il cane”, iniziativa lanciata dall’educatore cinofilo Angelo Vaira, fondatore di Think Dog, con trent’anni di esperienza nel settore.
Il documento, già condiviso da alcune associazioni, si propone come “piattaforma inclusiva aperta a professionisti e istituzioni” e si fonda su un principio centrale: “Non servono patentini, serve cultura“.
Secondo Vaira, “possiamo addestrare gli animali affinché obbediscano al richiamo, rispettino il comando del seduto, restino al piede. Ma prima ancora dobbiamo imparare a riconoscere i loro bisogni e i loro segnali“. L’educatore sottolinea che “quando aumentano le competenze di entrambi, la curva della pericolosità si abbassa fino quasi ad azzerarsi”.
Il Manifesto si articola in cinque capisaldi: “educazione alla sicurezza, per garantire che i referenti umani dei cani sappiano gestirli correttamente in tutte le fasi della normale giornata; all’ascolto, per sapere leggere il linguaggio non verbale dei cani; alla cura, per riconoscere ad ogni animale salute, appartenenza e libertà responsabile; al rispetto, per riconoscere al cane il suo essere un individuo senziente; alla crescita comune, ovvero la presa d’atto che un binomio uomo-cane possa evolversi solo insieme”.
Il protocollo presentato da Vaira include anche strumenti pratici. “Come si può separare un cane che ne morde un altro? Come ci si può difendere da un cane che parte all’attacco? Come ci si può assicurare che il proprio cane non faccia male ad altri con tutte le conseguenze legali e sociali che comporta?”.
L’iniziativa ha ricevuto l’appoggio istituzionale. L’assessore regionale lombardo Fabio Rolfi ha commentato: “L’educazione cinofila deve partire già dalle scuole”. Vaira ha concluso: “Non si può ottenere puntando solo sull’idea di controllo. La vita quotidiana è fatta di relazioni ed è su questa varietà che va impostata l’educazione”.