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“Sono la D-I-V-A. Sono una cattiva stro**a, ma sono di buona compagnia”: Mariah Carey si ama o si odia. “Here for It All” ci catapulta (deliziosamente) al 1993

Anche se il disco può risultare retrò all'ascolto, la cantante è a suo agio e lo trasmette sia con la voce che con una produzione notevole

di Andrea Conti
“Sono la D-I-V-A. Sono una cattiva stro**a, ma sono di buona compagnia”: Mariah Carey si ama o si odia. “Here for It All” ci catapulta (deliziosamente) al 1993

Finalmente Mariah Carey! Non che la diva del pop, una delle ultime rimaste, sia scomparsa. I suoi concerti di Natale e la sua sempreverde “All I Want For Christmas Is You” impazzano ad ogni fine anno. Ma erano sette anni, da “Caution” del 2018, che la cantante non incideva brani inediti. Ed ecco che ieri, 26 settembre, in tutto il mondo è uscito “Here For It All”. Una ripartenza che non è solo artistica ma anche discografica. Infatti è il primo progetto uscito sotto Gamma., media company fondata nel 2023 dall’ex dirigente Apple Larry Jackson. Un passaggio che avviene dopo la Columbia, Virgin, Island e Epic.

Mariah Carey o si ama o si odia e in questo ultimo progetto discografico ha deciso di mostrare la sua anima più intima con una dichiarazione di intenti chiara e netta già dal primo brano “Mi”. “Sono la D-I-V-A (…) Sono una cattiva stro**a, ma sono di buona compagnia”, canta la Carey. Ed è proprio così. Infatti l’intento – non dichiarato – è quello di riposizionarsi verso la comfort zone fatta di soul, r&b con un tocco funky.

Il risultato? L’ascoltatore viene catapultato all’indietro fino al 1993, l’anno del pluripremiato e iconico “Music Box”. Ballad come “Here for it all”, la cover ben riuscita di Paul McCartney e Wings “My Love” e “Nothing Is Impossible” (“Me ne sono andata per un po’ ma sto molto meglio. Coprirmi gli occhi era così spiacevole. Non mentirò, non è stato molto bello (…) Sapevo nel profondo che potevo volare”) si riallacciano idealmente alla produzione dei primi anni Anni 90.

Invece “Type Dangerous”, il primo singolo uscito il 5 giugno che campiona “Eric B. Is President” di Eric B. e Rakim del 1986, cosi come “Sugar Sweet” pubblicato il 25 luglio si posiziona tra gli album “The Emancipation of Mimi” (2005) e “E=MC²”(2008). La novità vera è che Mariah Carey ha voluto anche che “Here It All” contenesse brani che si riallacciassero alle splendide atmosfere della Motown. L’ascolto è affascinante e coinvolgente e la voce dell’artista si adagia perfettamente sui brani come “Play This Song” con Anderson .Paak, “In your feelings” e “Jesus I Do” con The Clark Sisters.

Anche se il disco può risultare retrò, Mariah Carey è a suo agio e lo trasmette sia con la voce che con una produzione notevole. Come dice la cantante stessa nel suo brano manifesto “Mi”: “Le luci restano accese perché ho bisogno di essere vista”. E la si vede benissimo.

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