Moda e Stile

“Quanto vale la nostra moda? E noi stilisti?”: Sunnei non sfila ma mette in scena un’asta provocatoria. La critica al sistema: “Troppo occupati a guardare le vendite”

Invece della collezione, in vendita c'erano il marchio e i due stilisti, apparsi in una cassa di legno come un'opera d'arte. E mentre tutti puntavano i loro "fashion dollars", nessuno si accorgeva che i vestiti erano lì, indossati dai finti compratori

di Ilaria Mauri

Da Sunnei, ormai, ci si aspetta di tutto, tranne la normalità. In dieci anni, Loris Messina e Simone Rizzo hanno abituato il pubblico della Milano Fashion Week a sfilate che sono performance, spettacoli teatrali intrisi di ironia e di una critica sottile al sistema. E così per la loro ultima collezione hanno deciso di trasformare l’addio al brand da loro fondato in una sottile critica al sistema moda, mettendo in scena un’asta provocatoria da Christie’s.

Benvenuti all’asta: la moda in vendita

Gli ospiti, invitati in una location segreta che si è poi rivelata essere lo Spazio Filippetti, non hanno trovato una passerella, ma un vero e proprio set d’asta, con tanto di podio, martelletto e un battitore d’eccezione: Cristiano De Lorenzo, managing director di Christie’s Italia. A ogni partecipante, una cartolina “gratta e vinci” svelava il capitale a disposizione in “fashion dollars” per partecipare alla fanta-asta. I lotti in vendita erano solo due. Il primo: il brand Sunnei, base d’asta 6 milioni, “venduto” per 111 milioni di fashion dollars. Il secondo: i due designer in carne e ossa, Loris Messina e Simone Rizzo, apparsi l’uno sulle spalle dell’altro dentro una cassa di legno, come un prezioso vaso antico. Valore di “vendita”: 95 milioni. Un messaggio neanche troppo velato: oggi, il marchio vale più dei creativi che gli hanno dato un’anima.

La critica al sistema: “Troppo occupati a guardare le vendite”

Ma la genialità del gesto si è rivelata solo in un secondo momento: la collezione, in realtà, c’era. Era nascosta in bella vista, indossata dai finti compratori che, al telefono, partecipavano all’asta. Come ha spiegato su Instagram il popolare account di moda Style Not Com, “gli abiti sono sempre stati lì, solo che eravamo troppo occupati a guardare le vendite“. È la metafora perfetta, e una critica spietata, a un sistema moda sempre più ossessionato da logiche di mercato, nomine, cambi al vertice e fatturati, dove il prodotto creativo, l’abito, rischia di passare in secondo piano. O, come nel caso di Sunnei, di scomparire del tutto, ignorato mentre tutti sono concentrati sullo show della compravendita.

L’annuncio dell’addio: “Cambiare forma, non direzione”

Subito dopo lo show, è arrivata la conferma ufficiale: dopo un decennio, Messina e Rizzo lasciano la direzione creativa del marchio da loro fondato nel 2015. Un percorso, scrivono, “costruito con dedizione e una visione libera da logiche tradizionali”. Ma non è un addio alla creatività. “Dopo dieci anni, sentiamo l’urgenza di cambiare forma, non direzione”, hanno dichiarato. “Continueremo a lavorare nella creatività, con ancora più libertà, radicalità e voglia di sperimentare”. Il loro ultimo atto da Sunnei è la sintesi perfetta del loro percorso: una performance intelligente, provocatoria e coerente, che non si limita a presentare una collezione, ma costringe l’intero sistema a interrogarsi sul proprio significato. Un’uscita di scena che non è una fine, ma l’affermazione definitiva della loro irriducibile indipendenza.

Video
Precedente
Precedente
Successivo
Successivo
Playlist

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.