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“Ho subito tanta cattiveria, mi chiamavano ‘cicciabomba’. A un certo punto ho smesso di mangiare ed è arrivata l’anoressia”: lo rivela Emanuela Tittocchia

Lo ha raccontato l'attrice e conduttrice televisiva in diretta su Rai Uno a "Storie Italiane"

di F. Q.
“Ho subito tanta cattiveria, mi chiamavano ‘cicciabomba’. A un certo punto ho smesso di mangiare ed è arrivata l’anoressia”: lo rivela Emanuela Tittocchia

Emanuela Tittocchia si è raccontata ieri venerdì 26 settembre a “Storie Italiane” con Eleonora Daniele: “Mi chiamavano Cicciabomba ma le parole che mi facevano più male erano quelle degli adulti. A un certo punto ho smesso di mangiare ed è arrivata l’anoressia”

“Fino ai 10 anni ero magrolina, poi ho iniziato ad ingrassare tantissimo. – ha detto l’attrice e conduttrice televisiva – Mi sono sempre un po’ giustificata, poi ad un certo punto ho smesso di cercare una motivazione. Da lì l’atteggiamento di tutte le persone che conoscevo è completamente cambiato ma non capivo perché, ero sempre io”.

E ancora: “Ero l’Emanuela di prima, avevo solo qualche chilo in più. Poi tanta cattiveria, nomi come ‘cicciabomba’, ‘grassa’, di tutto. Avevo un’amica a cui tenevo molto, Silvia. Era magra e alta, ci chiamavano Stanlio ed Ollio, un duo che faceva ridere ma a me faceva piangere. Ho allontanato questa ragazza senza dirle niente”.

“Io mi difendevo abbastanza, qualche sberla l’ho tirata a quelli che mi offendevano, – ha continuato – mi sembrava di difendermi ed essere forte. Le parole che ho più impresse e che più mi hanno fatto male non erano quelle dei bambini, ma dei grandi, amici dei miei genitori o dei parenti che venivano a casa e pensando che non sentissi dicevano a mia mamma ‘la devi far dimagrire’. Io ero cicciotella, ma non sorda, ero tanto sensibile”.

Dagli episodi di bullismo, è arrivata l’anoressia: “Ad un certo punto ho iniziato a non mangiare niente, non mi vedevo mai abbastanza magra, ma quello che scattava ed è incredibile è che più non mangiavo, più mi sentivo invincibile. Mi era sparito il ciclo mestruale e ad un certo punto sono crollata sul letto, non avevo più la possibilità di muovermi”.

E infine: “All’inizio degli Anni 90 la parola anoressia non esisteva, i miei genitori sono persone molto semplici, non avevano compreso me. Anche per protezione si sono messi contro e non mi hanno mai assecondato e questa è stata la mia fortuna. Anche quando i parenti e amici dicevano a mia madre che ero ingrassata, lei non ha mai risposto”.

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