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‘Un accordo con Fs’ per portare i rifiuti al nuovo inceneritore? Ma sui documenti non ce n’è traccia

In un’intervista a Fanpage, l’assessora Alfonsi ha dato delle risposte preoccupanti e che gettano forti ombre su tutto il progetto del termovalorizzatore/inceneritore di Roma
‘Un accordo con Fs’ per portare i rifiuti al nuovo inceneritore? Ma sui documenti non ce n’è traccia
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In un’intervista a Fanpage, l’assessora all’Agricoltura, Ambiente e rifiuti Sabrina Alfonsi ha dato delle risposte che definirei preoccupanti e che gettano forti ombre sul tutto il progetto del termovalorizzatore/inceneritore di Roma.

Come noto, l’impianto produrrà circa 600.000 tonnellate di CO2. Per mitigare le emissioni, nel progetto è previsto un impianto sperimentale di cattura della CO2 che però nel caso migliore (funzionamento 24 ore al giorno e tutti i giorni dell’anno) preverrà una quota ridicola delle emissioni, solo 400 tonnellate di CO2, cioè qualcosa dell’ordine dello 0.1% del totale, al costo di ben sei milioni di euro. Proprio qui sul Fatto ho per primo sollevato la questione dell’impianto “sperimentale” di cattura della CO2 (anidride carbonica) e da allora non c’è mai stata alcuna risposta da parte del sindaco Gualtieri o dell’assessora Alfonsi. Cosa risponde l’assessora Alfonsi alla domanda diretta di Fanpage?

“Assessora, avrà letto l’intervista dell’ex sindaca Raggi. Uno dei punti principali della sua opposizione al termovalorizzatore riguarda […che] il sistema di cattura della CO2 servirà a ben poco. È così oppure no?”
La domanda è stata anche questa volta completamente elusa. L’impianto di cattura della CO2 non è menzionato nella (lunga) risposta. Produrre CO2 è un grande problema: non solo per l’ambiente, ma anche dal punto di vista di sostenibilità economica, perché la CO2 emessa potrebbe essere presto tassata dall’unione europea nella misura che si può valutare come 100 euro a tonnellata. E soprattutto, l’impianto di cattura della CO2 è stato oggetto di un esposto presso la Corte dei Conti, a firma di Virginia Raggi, Carla Canale, Dario Tamburrano e me stesso.

Non si possono spendere sei milioni di euro dei cittadini e non saper giustificare la finalità di un simile impianto. Se non ce ne è nessuna, allora o si rimuove dal progetto e se ne presenta uno diverso, oppure, il costo lo paghi il sindaco Gualtieri (che è la persona che l’assessora sta tentando maldestramente di proteggere) con il contributo dell’assessora Alfonsi.

Tuttavia, c’è un’altra risposta altrettanto preoccupante, che riporto in modo integrale. Domanda di Fanpage: “è vero che ci saranno 180 camion al giorno per portare i rifiuti?”. Risposta dell’Assessora Alfonsi: “Quanto al trasporto: i rifiuti arriveranno su ferrovia, non con camion. Abbiamo un accordo con Ferrovie dello Stato: serviranno stazioni di carico e sarà un lavoro logistico complesso, ma i rifiuti arriveranno di notte, su treni merci, non su gomma”.

Dov’è il testo di questo accordo con Ferrovie dello Stato? Si tratta di un “accordo segreto”, perché non ce n’è traccia nei documenti finora pubblicati. Invece, nei documenti pubblicati si parla esplicitamente di trasporto su gomma su via Ardeatina e via della Cancelliera, senza nemmeno citare l’ipotesi di trasporto ferroviario notturno. Questo è un punto dirimente: infatti si sta chiedendo l’autorizzazione ambientale basandosi sul trasporto su gomma, non ferroviario. Se quanto ha dichiarato l’assessora Alfonsi di “un accordo con FS” fosse corretto, questo sarebbe un problema enorme per il procedimento di autorizzazione ambientale, perché significherebbe che è stata presentata sulla base di documentazione non corrispondente al vero.

Estratto dal Progetto di fattibilità tecnico – economica del Parco delle risorse circolari

Un trasporto ferroviario di soli 20 chilometri poi sarebbe almeno complesso da giustificare. Sarà davvero solo notturno oppure andrà a affollare le linee pendolari come la Roma-Nettuno già al collasso adesso?

Da ex rappresentante dei cittadini nelle istituzioni, a sua stessa tutela, mi permetto di suggerire all’assessora Alfonsi o di smentire immediatamente la sua stessa intervista, oppure di tirare fuori quanto prima i documenti dell’accordo con ferrovie dello Stato e chiedere una nuova autorizzazione ambientale questa volta basata su documenti corretti. E nelle nuove dichiarazioni, se non chiedo troppo, vorrei finalmente sapere se spendere sei milioni di euro per catturare appena lo 0.1% della CO2 sia da lei ritenuto accettabile. Arriveranno queste risposte?

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