Con la pubblicazione del bando di gara per il nuovo inceneritore/termovalorizzatore di Roma a Santa Palomba, abbiamo appreso finalmente alcuni dettagli su quale sia il progetto del sindaco Roberto Gualtieri. Innanzitutto, sappiamo che “costerà significativamente di più, al netto degli impianti per abbattere le emissioni”, tutto questo prima ancora di iniziare i lavori. Ora sappiamo che il problema trasporti non è stato affatto risolto ma sarà affrontato con “12 camion l’ora, ogni ora” su una strada vincolata e stretta come via Ardeatina (addio all’irrealizzabile ipotesi di trasporto su rotaie) causando un disagio enorme in un quadrante ove la mobilità è già problematica adesso. Che l’impianto non sarà affatto pronto per il Giubileo del 2025, dato che il cronoprogramma prevede 52 mesi dalla pubblicazione dell’avviso pubblico, ovvero non prima del 2028. Che produrrà almeno 150.000 tonnellate di ceneri pesanti.

C’è però ancora l’aspetto più propagandistico e controverso di tutti: quello dell’impianto “sperimentale” per la cattura della CO2 (anidride carbonica). Non starò qui a ripetere perché le emissioni di CO2 devono essere ridotte e non incrementate. Ricordo solo che al momento gli inceneritori/termovalorizzatori godono ancora di un’esenzione nella tassa sulle emissioni di CO2 all’interno dell’ETS (European Trading System), esenzione che però terminerà presumibilmente nel 2026. Quindi, quando questo inceneritore entrerà in funzione, i cittadini di Roma dovranno pagare qualcosa come almeno 100 euro per ogni tonnellata di CO2 prodotta. Visto che l’inceneritore brucerà 600.000 tonnellate di spazzatura producendo circa 600.000 tonnellate di CO2, ecco che arriverà una nuova tassa annua da 60 milioni.

Questo è un problema enorme e chi propaganda la costruzione di questo impianto lo sa benissimo. Ecco quindi la presunta soluzione: un impianto “sperimentale” di cattura della CO2 al costo di circa 150 milioni (insieme all’impianto di inertizzazione delle ceneri), di cui fino a 40 milioni saranno finanziati direttamente dal comune di Roma e il resto con il project financing, che in ultima analisi verrà addebitato comunque ai cittadini tramite la Tari. Lo stesso sindaco Gualtieri lo ha descritto come “un investimento […] che ci consentirà non solo di abbattere la CO2, ma addirittura di avere emissioni negative2. Insomma, una mano santa. In teoria.

Innanzitutto, va precisato che mentre esistono impianti funzionanti per catturare la CO2 da impianti energetici come centrali a gas e a carbone, al momento per gli inceneritori siamo ancora a progetti pilota. Quindi, si pensa di realizzare qualcosa che non esiste ancora dal punto di vista commerciale proprio nell’inceneritore di Roma/Santa Palomba. Questo sarebbe un mezzo miracolo, ma andiamo avanti.

Finalmente, nel bando di gara ci sono dei dati su questo impianto “sperimentale” per la cattura della CO2. Nella “relazione generale illustrativa” a pag 48, scopriamo che occuperà un’area di soli 1000 mq e non è fornito alcun ulteriore dettaglio sulla sua costruzione. Visto che si tratta di una superficie davvero esigua, già dovrebbe suonare un campanello di allarme. La realtà però arriva in questo allegato a pag 203: la cattura di CO2 sarà (da progetto) “fino a 50 kg/h”. Massimo 50 kg in un’ora?? Significano solo 1.2 tonnellate al giorno! E, ammettendo che tutto funzioni sempre al top dell’efficienza, solo 438 tonnellate l’anno. Questa CO2 dovrà essere necessariamente liquefatta (consumando altra energia) e trasferita su camion a Ravenna (400 km da Roma) per essere stoccata in depositi geologici da Eni e Snam. A pagina 205 troviamo un’ulteriore verifica di questi calcoli: la CO2 catturata da trasportare sarà circa 400 tonnellate.

Ricordiamo quanta CO2 produce l’inceneritore: ben 600.000 tonnellate, cioè ben 1500 volte di più.

Ripetiamo e mettiamo questo numero in prospettiva: la CO2 catturata (al costo di 140 milioni di soldi dei cittadini?) sarà solo lo 0,1% di quella prodotta in totale. La CO2 catturata in tutto un anno sarà un terzo di quella prodotta in un solo giorno! Quindi, lasciamo a chi legge giudicare quanto con la cattura di meno dello 0,1% delle emissioni sia corretto verso i cittadini usare termini come “abbattere le emissioni” oppure “emissioni negative”.

La mia impressione (ma mi sbaglierò) è che si sia voluto insistere per inserire questa soluzione al fine di giustificare le dichiarazioni del sindaco Gualtieri, più che per una reale utilità. Per non parlare della rete proposta di teleriscaldamento. Ricordate la frase “tutte le grandi città europee hanno il termovalorizzatore”? Beh, questo perché nelle città europee del nord fa freddo e gli impianti di incenerimento rifiuti sono posizionati vicino alla città, non a una decina di chilometri dal raccordo anulare come si vorrebbe fare a Roma. La rete di teleriscaldamento proposta per Santa Palomba sarà poco più che simbolica, con una potenza di un solo megawatt.

Non è mai troppo tardi per fare la cosa giusta. Il problema rifiuti di Roma esiste davvero, qualsiasi sia il colore politico dell’amministrazione. Bisognerebbe innanzitutto lasciar perdere la propaganda, come appunto catturare lo 0,1% delle emissioni di CO2, e confrontarsi seriamente con cittadini e tecnici. Per questo sarò sabato 2 dicembre alle 14:30 in Piazza del Campidoglio con tutti i comitati che chiedono un approccio razionale. Con la propaganda i problemi non solo non si risolvono ma si peggiorano.

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