Valeria Bruni Tedeschi è stata ospite a “Verissimo” per presentare il suo nuovo film “Duse”, biopic di Pietro Marcello, in concorso oggi alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e già in sala. La storia si concentra sul leggendario e misterioso personaggio d’attrice cult nell’ultima parte della sua carriera, nel suo autunno, tra la Grande Guerra e l’ascesa del fascismo. L’artista, anche se molto malata, vuole però tornare a recitare, vuole ancora il suo palcoscenico.
Durante l’intervista l’attrice ha anche raccontato del suo percorso per diventare madre per la prima volta nel 2009 e per la seconda nel 2014: “È stato più lungo che per altre persone. Invece di durare pochi minuti, è durato uno o due anni perché sono figli adottivi. Poi quando i figli sono lì, si dimentica della fatica delle carte. Quindi l’esperienza diventa uguale a quella di tutti gli altri. Sono felice che siano loro i miei figli e non altri. Essere mamma non è un obbligo, ma credo che la vita con i figli sia più allegra”.
Nel passato dell’attrice c’è anche un episodio doloroso di violenza subita da piccola: “Ho elaborato la violenza perché prima di tutto non l’ho vissuto da sola. Ero con la mia amica Silvia e abbiamo avuto la stessa esperienza insieme, una dopo l’altra e con la stessa persona. Ne abbiamo parlato e ne abbiamo riso. La condivisione dell’esperienza ci ha salvate”.
Legata al fratello Virginio, morto di Aids, ha ricordato: “Era da tanti anni che era malato di Aids e sono stati difficili. Non so se ho reagito, sono fatta di questa storia qui, come anche mia madre e mia sorella. Abbiamo continuato a vivere. C’è qualcosa di vitale, nonostante tutto e fa sì che continuiamo a vivere, nonostante tutto”.
E infine sulla sorella Carla Bruni: “Siamo delle volte in conflitto, come tante sorelle. A volte non siamo d’accordo, non abbiamo la stessa idea su delle cose, però c’è molta vitalità nel nostro rapporto e molta molta tenerezza”.