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“Andai a casa di Paolo Villaggio, quando lui scoprì che non avevo fatto la transizione mi chiese di fare uno spogliarello. C’erano Bianca Jagger, Florinda Bolkan…”: parla Eva Robin’s

Una lunga chiacchierata che va dall'infanzia alla tv ("un mondo televisivo che non era il mio") e fino alla relazione che ha con una donna da 25 anni

di F. Q.
“Andai a casa di Paolo Villaggio, quando lui scoprì che non avevo fatto la transizione mi chiese di fare uno spogliarello. C’erano Bianca Jagger, Florinda Bolkan…”: parla Eva Robin’s

Eva Robin’s si è raccontata a La Stampa in una lunga intervista, a cominciare proprio dal nome – il suo vero è Roberto Coatti – inventato “a una festa in Sardegna a casa dell’Aga Khan, dove sono arrivata grazie a un’amica miliardaria e mi sono resa conto che non avevo un cognome d’arte, perché fino ad allora mi ero chiamata Eva e basta: la mia amica vide un romanzo di Harold Robbins su uno scaffale, io ho tolto una “b” e il mio nome è diventato l’usignolo di Eva, Eva Robin’s“. La Sardegna torna quando all’attrice racconta di una festa a casa di Paolo Villaggio: “Era l’82 o l’83, ci ero andata con una mia amica trans, Romina Cecconi, ma quando si sparse la voce che, a differenza di lei, non avevo compiuto la transizione, fui supplicata da Paolo di fare uno spogliarello: c’erano Bianca Jagger, Bulgari, Florinda Bolkan, io ero schiva e selvatica, ma non nel mostrare il mio corpo, e lo feci”.

E le reazioni, racconta Eva, furono di “grande, ammirata sorpresa. Di certo non mi hanno tirato delle fette di salame per protesta. E poi sono rimasta a dormire con Villaggio. Da lì sono diventata il giochino estivo dei ricchi Vip in Costa Smeralda, che una volta può essere simpatico, poi ti fa riflettere”. Una lunga chiacchierata che va dall’infanzia alla tv (“un mondo televisivo che non era il mio”) e fino alla relazione che ha con una donna da 25 anni, tergiversando quando le si chiede di unione civile: “Lei me lo chiede da anni, è la mia compagna storica, una donna di buonissima famiglia: all’inizio pensavo di proteggerne la privacy e infatti nessuno sa chi è. È una forma di protezione e di rispetto”.

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