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Fermato 25enne per lo stupro di una ragazza a San Zenone al Lambro, incastrato dal test del Dna

La giovane vittima ha raccontato che l'aggressore, a fine agosto nel milanese, l'ha trascinata con forza in un'area verde per poi picchiarla e stuprarla
Fermato 25enne per lo stupro di una ragazza a San Zenone al Lambro, incastrato dal test del Dna
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L’agguato, le botte e poi lo stupro nel parco. È scattato il provvedimento di fermo per un uomo per la violenza sessuale su una ragazza 18enne avvenuta a fine agosto vicino alla stazione di San Zenone al Lambro, nel Milanese. Si tratta di un giovane di 25 anni che lavora come aiuto-cuoco in un centro di accoglienza di Milano e la sera della violenza stava sostituendo un collega nel centro di San Zenone, che si trova a poche centinaia di metri dall’aggressione. Ad incastrare Harouna Sangare il test del Dna. Il fermo è stato trasmesso al giudice per le indagini preliminari per la convalida e la richiesta di misura cautelare.

La giovane vittima dell’abuso ha raccontato di aver trascorso la serata di sabato 30 agosto con la sorella, prima di essere avvicinata dall’aggressore mentre rientrava a casa da sola. Secondo quanto denunciato, l’uomo l’ha strattonata e trascinata con forza in un’area verde, dove l’ha immobilizzata, picchiata e poi stuprata. La violenza si sarebbe protratta per un’ora. Poi la chiamata della ragazza in lacrime ai carabinieri. Nel corso delle indagini, coordinate dalla procura di Lodi, sono state visionate le riprese delle telecamere della zona ed è stato raccolto materiale biologico. È stato proprio il test del Dna, eseguito a tappeto anche nel centro di accoglienza limitrofo, a ricondurre al 25enne. “È stato fatto anche un lavoro sugli indumenti della vittima e un prelievo di tamponi da cui è stato isolato un profilo maschile”, ha spiegato la pm Martina Parisi. L’uomo, convocato per il test del Dna, “vi si è sottoposto volontariamente”, ha aggiunto Parisi. Poco dopo il Ris di Parma ha confermato che si trattava proprio di lui.

L’uomo, originario del Mali, lavorava nel centro della onlus Fratelli di San Francesco. Il giovane ha precedenti per lesioni e maltrattamenti ed era in Italia da poco più di un anno, grazie allo status di protezione sussidiaria concesso dalla commissione territoriale. Gli vengono contestate la violenza sessuale aggravata e le lesioni.

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