Giustizia

“Spogliati, fammi vedere se ti ecciti”, “Sconfiggi la vergogna”. Così don Marelli ha abusato di tre adolescenti

Verso la richiesta di rinvio a giudizio per il sacerdote che è stato per sette anni responsabile della Fondazione diocesana per gli oratori milanesi

“Spogliati, fammi vedere se ti ecciti”, “Sconfiggi la vergogna”. Erano anche queste le frasi che don Samuele Marelli, condannato dal Tribunale ecclesiastico lo scorso aprile, rivolgeva ai ragazzini che subivano i suoi abusi sessuali. Per il sacerdote, per sette anni responsabile della Fondazione diocesana per gli oratori milanesi, si profila una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Monza dopo la chiusura delle indagini avvenuta a giugno. Tre le vittime individuate dagli inquirenti: il più giovane aveva meno di 14 anni quando il sacerdote, classe 1976, ha cominciato a toccare e farsi toccare, e tentando di andare oltre.

Violenza sessuale aggravata

Al prete, già vicario della comunità pastorale San Giovanni Paolo II di Seregno e responsabile della pastorale giovanile della stessa cittadina che comprende sei parrocchie, vengono contestati diversi episodi di violenza sessuale aggravata nel corso del tempo, a partire dal 2019 e fino al 2023: l’abuso è aggravato in un caso per la minorata difesa della vittima, in un altro perché under 14. Ragazzi coinvolti, confusi, abusati dalla persona che era anche la loro guida spirituale. All’indagato viene contestato anche di aver approfittato di una convalescenza di uno dei ragazzini – che aspirava a diventare sacerdote – dopo un intervento per toccarlo con la scusa di dover verificare il decorso post operatorio. In un’altra occasione l’adolescente, ospite in casa del prete, era stato convinto a spogliarsi e ad avere contatti con il corpo nudo dell’abusatore nel suo letto.

Nel capo di imputazione vengono contestati anche gli episodi di carezze avvenute nelle docce nei confronti di un 17enne all’epoca dei fatti, animatore ed educatore, palpeggiato da Marelli che approfittava, secondo gli inquirenti, del suo carisma. Episodi che erano già emersi nelle audizioni dei ragazzi convocati in vista del processo ecclesiastico. Il racconto del don che insaponava i genitali era emerso già prima degli accertamenti degli investigatori.

L’inchiesta

Diversi ragazzi sono stati ascoltati dagli inquirenti con il delicato compito di raccogliere testimonianze di potenziali parti offese e che in alcuni casi avevano partecipato a riunioni organizzate dalla parrocchia per affrontare lo scandalo del sacerdote, sparito dalla sera alla mattina senza neanche salutare nel febbraio del 2024. L’inchiesta penale – partita in ritardo perché nessuno aveva ritenuto di sottoporre alla valutazione degli organi competenti i casi – è stata sicuramente danneggiata nella ricostruzione di quanto avveniva. Le vittime potrebbe essere molte di più. L’ultimo episodio contestato a don Marelli risale al dicembre 2023 e riguarda la vittima più giovane. Nel febbraio 2024 don Marelli era stato “sospeso” da tutti gli incarichi pastorali, ma la notizia era stata comunicato ufficialmente dalla Curia ambrosiana soltanto nel maggio successivo, tra l’altro con una motivazione falsa: “Per favorire un recupero psico-fisico” e rileggere l’esperienza degli anni di ministero.

Ritardi e insabbiamenti che non hanno fatto altro probabilmente che prolungare gli abusi e le loro coperture. Le prime segnalazioni delle violenze sessuali, anche su minori, risalgono, infatti, al 2018. Alcuni seminaristi del Seminario arcivescovile di Milano, nel comune di Venegono Inferiore, ne parlarono subito con l’allora rettore. Diversi seminaristi avevano già notato i gravi comportamenti messi in atto dal sacerdote. Fu informa immediatamente la Curia ambrosiana, ma la pandemia frenò l’avvio di un’indagine canonica, permettendo all’abusatore di avere campo libero. L’indagato, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, è difeso dall’avvocato Giovanni Amorosi del foro di Roma.