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Napoli faraonico, Juve all’attacco, Inter in stato confusionale: le pagelle del calciomercato

I voti alla campagna acquisti delle big di Serie A: dal mercato intelligente della Roma che però ha lasciato una lacuna alla piccola rivoluzione del Milan che piace alla proprietà
Napoli faraonico, Juve all’attacco, Inter in stato confusionale: le pagelle del calciomercato
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Tante operazioni, perché le grandi delle Serie A avevano bisogno di rinnovarsi profondamente, e lo hanno fatto, ciascuna coi propri mezzi, fino all’ultimo minuto perché anche nel giorno di chiusura ci sono stati acquisti importanti, da Zhegrova a Rabiot ad Akanji. Praticamente tutte le big, però, anche quelle che hanno investito di più in cartellini, come il Napoli, o la stessa Inter, alla fine sono riuscite a migliorare il proprio bilancio. A conferma che sia stato un calciomercato ricco di colpi, ma sempre povero di soldi. E che non lascia soddisfatti tutti allo stesso modo. Poi, come sempre, sarà il campo a giudicare.

JUVENTUS 8,5

La botte piena e la moglie ubriaca, il bilancio alleggerito e la rosa rafforzata. A differenza di Giuntoli, il cui mercato era sembrato da subito un rischioso e costosissimo all-in, la prima estate di Comolli alla guida bianconera si chiude a pieni voti, almeno sulla carta. Con alcune cessioni insperate (i flop Douglas Luiz e Nico Gonzalez su tutti) e gli arrivi dell’ultimo minuto, la Juve è riuscita a mettere su quello che probabilmente è l’attacco più forte del campionato: nessuno può vantare una batteria del calibro di David, Vlahovic, Yildiz, Openda, Conceicao e Zhegrova. Con un impatto sui conti addirittura positivo (per 35 milioni, secondo quanto calcolato dal portale Calcio e Finanza). L’unico vero azzardo è portare a scadenza Vlahovic, col rischio concreto di perderlo a zero (se non cambierà idea sul rinnovo). E forse la coperta rimane un po’ corta dietro. Ma a parità di risorse era difficile far meglio. Adesso è tutto nelle mani di Tudor.

NAPOLI 8

Una campagna faraonica, da circa 150 milioni (200 se ci mettiamo il riscatto obbligatorio di Hojlund). Sempre guardando al portafoglio, perché poi in realtà gli acquisti sono stati finanziati praticamente per intero dalla cessione di Osimhen (75 milioni dal Galatasaray, tutta plusvalenza) e Raspadori, senza dimenticare il tesoretto di gennaio di Kvarashktelia. Resta solo da capire se tutti questi milioni siano stati spesi bene, perché quasi un centinaio se ne sono andati per comprare riserve prese da provinciali di Serie A. Non c’è dubbio però che De Laurentiis abbia fatto le cose in grande, con la ciliegina del nome di grido internazionale, Kevin De Bruyne, e il lusso di una terza punta come Hojlund per rimediare all’infortunio di Lukaku. Conte avrà pochi alibi.

ROMA 6

Wesley e Ferguson, anche El Aynaoui e Ghilardi: tutti giovani e di talento per accompagnare la rivoluzione gasperiniana. Finalmente, e nonostante i paletti del fairplay finanziario, il mercato della Roma sembra intelligente, oltre che intrigante, e ha già trovato buone risposte sul campo. È mancato però forse il pezzo più importante, quel giocatore d’attacco fondamentale negli schemi di Gasperini che avrebbe dovuto essere Sancho, inseguito a lungo inutilmente e poi non sostituito. Così, tanto dipenderà dalla condizione di Dybala (auguri).

MILAN 5,5

Fuori Theo (ormai irrecuperabile) e Reijnders, il sacrificio dell’estate, ma anche Thiaw, Musah, Chukwueze e Jimenez. Dentro Modric, Jashari, Ricci, De Winter, Athekame, Estupinan, e in extremis anche Nkunku, Rabiot e il difensore Odogu. Una piccola rivoluzione, dopo il disastro dello scorso anno. Se la si guarda con gli occhi della proprietà, un mercato perfetto: Tare ha venduto benissimo e alla fine il saldo positivo di un’ottantina di milioni circa è esattamente ciò che serviva a compensare la mancata partecipazione alla Champions. Saranno meno entusiasti i tifosi, perché la rosa non sembra ancora ben assemblata, ma tant’è. L’obiettivo evidentemente era un altro.

ATALANTA 5

Come ogni anno, è andato via il pezzo pregiato, stavolta Retegui, per una offerta araba francamente irrinunciabile. Il problema è chi arrivato: Krstovic, Zalewski, Musah, tutte conoscenze del nostro campionato, neppure entusiasmanti, oltre a Sulemana (richiesta di Juric che lo ha avuto a Southampton). Anche il proverbiale scouting dell’Atalanta sembra essersi un po’ arenato. Rischia di essere poco, soprattutto per sopperire alla partenza pesante di Gasperini.

INTER 4,5

Ondivago, incomprensibile, semplicemente insufficiente. L’Inter che aveva bisogno di essere rifondata dopo la notte di Monaco ha condotto un mercato conservativo, nonostante avesse per la prima volta dopo anni di magra un po’ di soldi da spendere. I nuovi arrivati non sarebbero nemmeno male, accomunati da un unico profilo: giovani, di prospettiva e soprattutto poco costosi (sotto i 25 milioni), cioè tutti potenziali plusvalenze. Ciò che lascia perplessi è aver inseguito prima Leoni, poi Lookman, infine Kone, giocatori diversissimi fra loro, che avrebbero colmato lacune differenti in rosa (difesa vecchia, mancanza di fantasia davanti, centrocampo leggero), e non aver preso nessuno di questi. Silurare Pavard all’ultimo giorno e tamponare con un altro 30enne, Akanji, poi è la dimostrazione evidente dello stato confusionale della società. Però il bilancio ci guadagna complessivamente una quarantina di milioni, Oaktree è contenta.

LAZIO S.V.

Surreale l’estate dei laziali, senza operazioni (al netto dei soli riscatti) per il veto imposto dalla Figc a causa dello sforamento dei parametri economici, e il povero Sarri ignaro di tutto e costretto ad arrabattarsi con una rosa costruita per altri. Anche a mercato bloccato, però, è arrivata la cessione di Tchaouna. Alla fine Lotito riesce sempre a guadagnarci qualcosa.

X: @lVendemiale

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