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Uccide l’ex moglie e si costituisce: aveva il braccialetto elettronico mal funzionante da 10 giorni

Il femminicidio è avvenuto intorno alle 11 a La Spezia. L'uomo era stato denunciato per stalking e violenze, a luglio scorso era stato ammonito dal questore. I carabinieri avevano segnalato alla compagnia telefonica i problemi di funzionamento del dispositivo
Uccide l’ex moglie e si costituisce: aveva il braccialetto elettronico mal funzionante da 10 giorni
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Tiziana Vinci è morta accoltellata dal suo ex marito, colpita mentre stava lavorando come collaboratrice domestica in una casa di La Spezia. Un’aggressione che la vittima, 54 anni, temeva, tanto da aver denunciato più volte l’uomo per stalking e violenze: aveva ottenuto che fosse disposto il divieto di avvicinamento e l’obbligo di braccialetto elettronico, ma l’apparecchio da dieci giorni dava segni di mal funzionamento e nonostante le segnalazioni alla compagnia telefonica, nessuno era intervenuto. Così l’aggressore, Umberto Efeso, 57 anni, si è potuto presentare sul luogo di lavoro e colpire fino ad ammazzarla. La donna aveva sei figli.

La storia della separazione tra Vinci ed Efeso è segnata da violenza, persecuzioni e minacce. Così tante e così frequenti da aver costretto la donna a denunciare tutto ai carabinieri. A giugno, l’ennesima denuncia porta all’attivazione del Codice rosso e all’applicazione del braccialetto elettronico nel giro di 48 ore. Uno strumento di controllo che, quando funziona, può veramente aiutare le vittime di violenza a tenere lontano chi le perseguita. In più, un mese dopo l’attivazione del braccialetto, il questore della Spezia aveva firmato un provvedimento con il quale ammoniva l’uomo a non avvicinarsi alla donna. Era luglio. Ma l’uomo ha ignorato l’ammonimento. E in più questa volta volta il braccialetto non ha funzionato. In verità i carabinieri della Spezia, che avevano in carico quel Codice rosso, si erano subito accorti del mal funzionamento del dispositivo e immediatamente hanno segnalato più volte la cosa all’azienda privata che ne gestisce la manutenzione, ma l’intervento di revisione non è stato fatto. E così Umberto Efeso ha avuto le mani libere.

Stamani, poco dopo le 11, l’uomo è andato alla villa dell’imprenditore sulla collina della Spezia. Sapeva che la sua ex moglie era lì a lavorare. E’ entrato, l’ha vista. Hanno discusso. Poi lui ha tirato fuori il coltello e mentre con una mano la teneva ferma con l’altro ha inferto in rapida successione tre coltellate al fianco. Uno dei colleghi della donna ha sentito le urla e ha fatto in tempo a vederla crollare a terra e l’uomo correre alla macchina e scappare via. Ha subito chiamato i soccorsi. Sul posto medici e paramedici inviati dal 118 hanno provato e riprovato a salvarle la vita con le manovre di rianimazione ma per la donna non c’era già più nulla da fare. L’unica cosa che rimaneva da fare era circoscrivere l’area del delitto, sentire i testimoni, cercare l’arma del delitto che fino al tardo pomeriggio non era ancora stata trovata. I carabinieri, arrivati sul posto, si sono messi alla ricerca dell’uomo. Dopo un’ora è arrivata la telefonata del maresciallo della caserma di Ceparana: “Umberto Efeso è qui”. L’uomo si era costituito.

Quello di La Spezia è solo l’ultimo di una serie di femminicidi avvenuti dopo che il braccialetto elettronico ha dato segni di cattivo funzionamento. A ottobre scorso, tre casi nel giro di poche settimane avevano portato il tema in Parlamento e costretto il governo ad attivarsi. Oggi l’ennesimo episodio.

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