Cultura

Festa – Ricordi di famiglia, la fotografia vernacolare raccolta da Claudia Marini tesoro dell’estate 2025

Scatti ordinari di gente comune che rivelano l'autentico quotidiano in una mostra curata da Claudia Marini

di Davide Turrini
Festa – Ricordi di famiglia, la fotografia vernacolare raccolta da Claudia Marini tesoro dell’estate 2025

Lo scrigno del tesoro fotografico dell’estate 2025 lo trovate a Cogolo, in val di Sole (Trento). La mostra s’intitola Festa – Ricordi di famiglia (8-31 agosto) e l’ha curata Claudia Marini, fotografa, fondatrice dell’Archivio di Comunità di Pejo e autrice del volume Alpecedario – Memorie fotografiche di una comunità di montagna (Postcard, 2023). Basta salire all’ultimo piano della ex scuola elementare del paese adagiato ai piedi meridionali dello Stelvio, camera oscura letterale, allestimento minimale e diretto, cinque scaffali cinque, nerissimi, che illuminano le 150 fotografie suddivise in tre album dai colori caldi (dall’ocra al giallo bombo) per ciascun archivio di provenienza: Archivio Atena (Salerno); Archivio di Comunità del Rione Pilastro (Bologna); Archivio Fotografico del Mulino Ruatti (Trento), Archivio fotografico Tigliole immagini del passato (Asti) e infine Archivio Fotografico di Comunità di Peio (Trento).

Festa – Ricordi di famiglia è un esempio di cristallina semplicità e naturale accostamento di fotografia vernacolare, ovvero quegli scatti ordinari, compiuti dalla gente comune rispetto al proprio quotidiano, incredibilmente più autentici e pulsanti di qualsivoglia immagine pubblica e pubblicitaria. Mica è una questione di posa. Perché, tra le tante foto, contadini, operai, famigliole riunite si piazzano spesso con volontarietà frontalmente a guardare l’obiettivo. La tipicità e lo sfavillio della foto vernacolare sta invece tutta nella sua immanente filosofica e inafferrabile sorpresa, come nella sua funzione di specchio profondo dell’anima dell’osservatore, testimonianza oculare che si fa prova storica. Qui a Cogolo, poi, basta sfogliare gli album così, con le proprie mani, magari sfilando lateralmente il foglio/sommario con le didascalie degli scatti, appoggiandolo a lato. Le foto si possono toccare, palpare, perfino annusare.

Gli album di famiglia vengono ricomposti con ineccepibile raffinatezza da Marini, accostati nel loro costante testimoniare la trasformazione sociale e urbana di un territorio, nel mostrare “gli elementi comuni nelle esperienze delle diverse comunità” protagoniste in Festa. Così alle foto di gruppo e in posa più frequenti ad inizio Novecento si susseguono scatti casalinghi che paiono davvero dal sén fuggiti più sessanta/settanta: l’intimità inquadrata dall’alto e tagliando figure di un compleanno di bimbo; la scena di un ballo dove si riconoscono mezzi visi sorridenti (ma come si rideva diversamente negli anni sessanta/settanta? eravamo più semplici e sinceri?) e ampie spalle ad impallare; un gruppo di ragazzotti montanari in ghingheri pronti a far festa con la neve che bagna i piedi.

L’album giallo, quello sul Pilastro bolognese, poi, è un tuffo dentro la memoria della periferia cangiante rispetto alla città emiliana che cambia repentinamente negli anni settanta/ottanta. Non solo il Virgolone (700 metri di edificio per oltre 500 appartamenti popolari e qualcosa in più) che si va costruendo ma tutto quell’improvvisato tessuto umano e commerciale che rimpolpa primo piano e sfondo, come quella farmacia cubo prefabbricato, tra una Berlino post ’89 e una generica periferia del Midwest. “Le fotografie ci restituiscono uno scorcio autentico sulla vita delle persone che hanno abitato i territori italiani, mostrandoci come il paesaggio abbia influenzato lo stare insieme, i riti collettivi, il senso di appartenenza”, è scritto mirabilmente nel foglio di presentazione della mostra. “Al tempo stesso, emerge chiaramente come l’attività umana abbia a sua volta modellato l’ambiente, trasformando il paesaggio naturale in paesaggio culturale”. Festa – Ricordi di famiglia è l’anticipazione del neonato Festival della Fotografia di Famiglia che si svilupperà in varie tappe nel prossimo autunno sempre a Cogolo, ma a Palazzo Migazzi, e che circumnavigherà il tema della fotografia vernacolare nella costruzione della memoria pubblica, tra tavole rotonde, mostre, incontri. Per Festa gli orari di visita sono: venerdì dalle 16 alle 20; sabato dalle 18 alle 22; domenica dalle 16 alle 20.

Info: archiviofotograficopejo.it/fff

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