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Ucraina, vertice dei ministri Ue. Kallas: “Le regioni occupate sono di Kiev, l’aggressione non può essere premiata”

Gli Stati membri provano a elaborare una strategia comune in vista dell'incontro Trump-Putin. Lunedì riunione straordinaria dei ministri degli Esteri in videoconferenza
Ucraina, vertice dei ministri Ue. Kallas: “Le regioni occupate sono di Kiev, l’aggressione non può essere premiata”
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L’Unione europea prova a elaborare una strategia comune in vista dell’incontro in programma il 15 agosto tra Vladimir Putin e Donald Trump sulla guerra in Ucraina. Gli ambasciatori dei 27 Stati membri si sono incontrati in videoconferenza nel pomeriggio di domenica, dopo la dichiarazione congiunta dei leader che hanno chiesto di non escludere Kiev dal processo di pace. Lunedì invece si terrà una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri, annunciata con una nota dall’Alta rappresentante per la politica estera di Bruxelles, l’ex premier estone Kaja Kallas, per “discutere i prossimi passi”: “Sono in gioco gli interessi fondamentali dell’Europa”, ha scritto. Tenendo fede alla sua fama di “falco” anti-Mosca, Kallas si è schierata contro l’ipotesi – ormai quasi una certezza – che l’accordo per la fine della guerra preveda cessioni territoriali alla Russia: “Il diritto internazionale è chiaro, tutti i territori temporaneamente occupati appartengono all’Ucraina. Una pace sostenibile significa anche che l’aggressione non può essere premiata“, afferma.

Secondo l’Alta rappresentante Ue, “gli obiettivi di guerra della Russia vanno oltre la conquista di territori: Mosca ha iniziato questo conflitto per distruggere l’Ucraina e minare la sicurezza europea”. Kallas lancia un appello al presidente Usa perché resista alle pretese del capo del Cremlino: “Gli Stati Uniti hanno il potere di costringere la Russia a negoziare seriamente: un accordo non deve diventare una piattaforma per nuove aggressioni russe contro l’Ucraina, l’alleanza transatlantica e l’Europa. Mosca spera che la sua offerta di dialogo contribuisca ad evitare le sanzioni statunitensi, ma la storia della Russia di promesse e trattati non rispettati ha creato una profonda sfiducia su entrambe le sponde dell’Atlantico. La posizione del presidente Trump sulla Russia si è irrigidita. La pressione degli Stati Uniti su Mosca potrebbe ribaltare questa guerra. Mosca non si fermerà a meno che non senta di non poter continuare”.

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