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Ultimo aggiornamento: 22:48 del 13 Agosto

Ovadia: “Stop al concerto di Gergiev? Idiozia sconfinata. Sul genocidio sionista a Gaza invece non si alza un’unghia”

Gergiev silenziato, Netanyahu protetto: il grido di Moni Ovadia contro l’ipocrisia occidentale
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Durissimo commento di Moni Ovadia sull’annullamento del concerto del direttore d’orchestra russo Valery Gergiev alla Reggia di Caserta: intervenuto alla trasmissione Battitori Liberi, su Radio Cusano Campus, l’intellettuale e artista italo-ebreo attacca frontalmente la decisione della direzione del monumento campano, che ha ritirato l’invito al maestro moscovita in seguito alle polemiche sollevate da figure istituzionali, su tutte la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, e da una lettera firmata da oltre 700 premi Nobel, artisti e intellettuali.
“È stata un’idiozia senza confini. Noi così andiamo veramente a diventare l’epitome del ridicolo”, dichiara Ovadia. Non comprende le ragioni della cancellazione del concerto e definisce l’intera vicenda “una forma di asservimento alle logiche del politicismo più squallido”. Gergiev, afferma, è “uno dei più grandi direttori d’orchestra viventi” e ascoltarlo “dovrebbe essere una priorità, perché tutto ciò che si fa nell’ambito della cultura rende migliore l’umanità”.

Per Ovadia, l’esclusione del maestro russo rappresenta il sintomo di un clima politico deviato: “Noi italiani con questo boicottaggio alla Russia facciamo una delle cose più idiote di tutta la nostra storia. Se c’è un popolo che ama l’Italia e gli italiani con la loro cultura, questi sono i russi. Non esiste un altro popolo al mondo che ci ami quanto loro”. Per questo, sostiene, l’Italia dovrebbe guardare alla Russia “come si guarda a un futuro delle cose più belle possibili”. Invece, accusa, “ci siamo appecoronati a questa logica della Nato, che infligge sanzioni su sanzioni alla Russia mentre contro il genocidio che Israele sta perpetrando nei confronti del popolo palestinese non alza neanche un’unghia”.
Il discorso di Ovadia si sposta presto sulla disparità di trattamento tra Mosca e Tel Aviv da parte dell’Occidente. A suo avviso, il silenzio internazionale su ciò che sta accadendo a Gaza rischia di legittimare nuovi orrori: “Domani qualsiasi tiranno, qualsiasi aspirante dittatore potrà commettere i peggiori crimini, dicendo poi: “Ma cosa volete voi dell’Occidente? Avete chiuso. Voi non avete più titolo per parlare. Avete fatto del diritto internazionale carne di porco”. I vostri amici possono sterminare persone e perpetrare genocidi. Tutto bene. Invece i russi, guai”.

Ovadia non nega la complessità del conflitto in Ucraina, ma attribuisce alla Nato le responsabilità iniziali dell’escalation: “Io credo che questa guerra sia stata molto, molto artatamente costruita dalla Nato. Le richieste avanzate da Vladimir Putin prima dell’invasione, cioè l’esclusione dell’Ucraina dalla Nato e l’autonomia per le regioni russofone, erano le più sensate. Ma l’Occidente lo ha trattato come un pezzente”.
Una dinamica che Ovadia paragona a quella subita da Gorbaciov: “Carino, sorridente, educato, disponibile. Era pronto a fare tutto. Ne hanno fatto carne di porco”.

Sul doppiopesismo occidentale nei confronti della Russia e di Israele, Ovadia non fa sconti al popolo israeliano: “Più di metà degli israeliani hanno votato per Netanyahu, sapendo benissimo qual era il suo obiettivo: cancellare l’identità palestinese, deportare i palestinesi da Gaza e possibilmente dalla Cisgiordania per realizzare la grande Israele. Un progetto criminale, genocidario, razzista e segregazionista”.

Il rischio, secondo lo scrittore, è quello di uno scivolamento globale verso la barbarie: “Il trattamento riservato a Israele di favore, di impunità, verrà richiesto da chiunque. E quindi noi assisteremo a nuovi genocidi. I sionisti hanno legittimato la pulizia etnica, il genocidio, il furto di terre, il furto di tutto. A loro è stato permesso tutto”. Una situazione terribile che, teme, si ripeterà: “In futuro ho paura che ne vedremo di terrificanti”.

Per uscire da questa impasse, Ovadia invoca una svolta radicale nelle relazioni geopolitiche: “Sarebbe ora che si fermasse il genocidio perpetrato dai sionisti e che si cominciasse ad andare a parlare seriamente con i russi”.
E cita, a riguardo, il discorso tenuto dall’economista Jeffrey Sachs al Parlamento europeo. Sachs, ricorda Ovadia, “ha detto: ‘Io ho conosciuto tutti i protagonisti della politica degli Stati Uniti d’America. E tutti si svegliano la mattina pensando in che modo possono poter distruggere la Federazione Russa’”.
In conclusione, l’artista rilancia una visione alternativa dell’avvenire europeo: “L’Europa ha un solo futuro: confederazione con la Russia. Solo così l’Europa potrà parlare a una sola voce. E sarà una voce veramente autorevole e potente”.

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