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Inchiesta urbanistica Milano, oggi Sala parla in Consiglio: tra richieste di dimissioni e l’intenzione di rimanere in sella

A Palazzo Marino i dem provano a radunare più persone possibili per cercare di evitare le proteste tra il pubblico dell'aula consiliare durante il discorso di Sala
Inchiesta urbanistica Milano, oggi Sala parla in Consiglio: tra richieste di dimissioni e l’intenzione di rimanere in sella
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Incassato “l’appoggio e il sostegno” del Partito democratico, Giuseppe Sala sta definendo gli ultimi dettagli del discorso che terrà in Consiglio comunale. Le dimissioni, chieste da pezzi dal centrodestra e dal Movimento 5 stelle, appaiono però come l’opzione meno probabile. A meno di colpi di scena finali, il sindaco di Milano – che a partire dalle 16.30 riferirà ufficialmente a Palazzo Marino sul terremoto urbanistica che sta scuotendo l’amministrazione – confermerà l’intenzione di andare avanti. All’interno dell’inchiesta, che coinvolge i vertici del Comune, c’è anche il suo nome: il primo cittadino è indagato per false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone in relazione alla riconferma di Giuseppe Marinoni alla presidenza della Commissione Paesaggio, e per concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’area dell’ex Pirellino, legato all’operato dell’imprenditore Manfredi Catella e dell’architetto Stefano Boeri.

Il Pd occupa gli spalti – Un consiglio ad alta tensione, mentre da Palazzo Marino trapela che i dem starebbero radunando più persone possibili per cercare di evitare le proteste tra il pubblico dell’aula consiliare durante il discorso di Sala. Nel partito girano messaggi per dare appuntamento a tutti un’ora prima dell’inizio della seduta, in modo da occupare tutti i posti sugli spalti. Dall’ufficio stampa della presidente Elena Buscemi scaricano sul centrosinistra. “Chiedete ai gruppi di maggioranza, la presidente si occupa dei lavori del Consiglio”, replicano a ilfattoquotidiano.it.

Tancredi verso le dimissioni – Un passo indietro dato ormai per certo è invece quello dell’assessore all’Urbanistica, Giancarlo Tancredi, figura chiave nella macchina amministrativa coinvolta nelle indagini. Le indiscrezioni parlano di un annuncio di dimissioni che potrebbe arrivare proprio in concomitanza con le comunicazioni del sindaco Sala in Consiglio. Per Sala rimanere in sella significherà comunque affrontare numerosi nodi ancora da sciogliere, primo fra tutti l’operazione dello stadio San Siro che sembrava giunta a un passo dalla conclusione, con la vendita della struttura e delle aree a Inter e Milan. Adesso nulla è dato per certo. La delibera di vendita era attesa in giunta la prossima settimana, ma il terremoto giudiziario ha complicato tutto.

Le proteste – L’intervento in Consiglio comunale appare comunque come uno snodo cruciale per il futuro politico di Sala e per gli equilibri del centrosinistra milanese. E non mancheranno le proteste dei cittadini e dei comitati. A Partire dalle 16 sotto Palazzo Marino è atteso un presidio del collettivo Cambiare rotta. “Il quadro che emerge dall’inchiesta – scrivono gli organizzatori in una nota – che, dopo le richieste di arresto nei confronti dell’assessore alla rigenerazione urbana Tancredi e del re della speculazione immobiliare Manfredi Catella, vede ora indagato anche il sindaco Beppe Sala e coinvolto il solito archistar Boeri, non è semplicemente quello di un’amministrazione che genericamente ‘chiude un occhio’, ma un disegno comune pienamente condiviso tra potere economico e potere politico nel mettere il pubblico al servizio dei profitti privati”. Per il collettivo “c’è un filo diretto che lega queste inchieste con le famiglie che vengono quotidianamente sgomberate o sfrattate perché si trovano nell’impossibilità di sostenere gli affitti di Milano”. La tensione fuori e dentro il palazzo del Comune resta pertanto alta.

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