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“Non sono uno tranquillo, sono in terapia da due anni. Lo dico con orgoglio, quelli della mia generazione sentono lo stigma dell’analisi”: lo rivela Fabio Caressa

di F. Q.
“Non sono uno tranquillo, sono in terapia da due anni. Lo dico con orgoglio, quelli della mia generazione sentono lo stigma dell’analisi”: lo rivela Fabio Caressa

Fabio Caressa ha stupito tutti con “Money Road – Ogni tentazione ha un prezzo”. Alla guida dell’esperimento sociologico, targato Sky e prodotto da Blu Yazmine, è stato empatico con i dodici concorrenti e, in alcuni momenti, si è anche commosso. Insomma una sorpresa nella sorpresa e gli ascolti hanno anche premiato la Finalissima, che ha scatenato molte polemiche.

In una intervista a La Repubblica, il giornalista sportivo si è raccontato tra pubblico e privato. “Da ragazzo ero abbastanza timido, un po’ complessato. Con le ragazze un disastro – ha detto -. Mi sentivo un po’ diverso, assorbito dalle mie curiosità. E poi tendevo a essere competitivo, volevo prendere il massimo, il che non ti rende sempre simpatico. A scuola ho preso dieci alle elementari, ottimo alle medie, 60/60 al liceo classico Lucrezio Caro, 110 ma senza lode alla Luiss, scienze politiche”.

Che qualità servono per una buona telecronaca? “Un’attenzione feroce. Hai quattro persone che ti parlano in cuffia… I bordocampisti, quelli della regia. La telecronaca è un grande lavoro di squadra. Io studio anche 45 ore per preparare una partita”.

Di base Caressa non si definisce un uomo “tranquillo. Ci sto lavorando, sono in terapia da due anni. Lo dico con orgoglio perché quelli della mia generazione sentono ancora lo stigma dell’analisi. Io ci sono andato prima di Pechino Express perché volevo essere certo, in quella circostanza un po’ stressante, di creare una relazione efficace con mia figlia, con tutti i miei figli in realtà”.

E infine su Benedetta Parodi con la quale sta da ben 26 anni: “Non ci deve essere gelosia, sennò sei morto. Poi rispetto dei modi e dei tempi dell’altro. Però alla base ci dev’essere una quasi totale comunanza di valori, i fondamentali devono essere gli stessi. Cosa mi ha colpito di lei? Aveva una sorta di aura di luce bianca che la circonda, una cosa che andava al di là del fatto che fosse bella, intelligente. In autunno lavoreremo finalmente insieme su un format di Netflix, ‘Love is blind’: coppie che s’incontrano alla cieca”.

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