Una lite per un posto aereo, poi lo sfogo sui social: un passeggero di American Airlines ha raccontato la storia che lo ha visto protagonista. L’uomo, Osaac Summer, è stato immortalato in un video, postato su TikTok lo scorso sei luglio. “Non mi interessa di vostra figlia, di vostro figlio e di niente di tutto ciò. Ho pagato 300 dollari per questo posto“: le immagini mostravano il ragazzo che discute animatamente con una famiglia che aveva fatto sedere la figlia nel posto prenotato da Osaac Summer. “Restate lì al vostro posto”, ha aggiunto poi il ragazzo, intento a riporre la valigia nella cappelliera dell’aereo e a sedersi in un altro posto.
Qualche giorno dopo la pubblicazione, l’uomo ha deciso di rispondere, sempre con un nuovo video su TikTok, in cui ha spiegato l’accaduto. “Se mi conoscete, sapete che non sono stato io ad andare fuori di testa“, ha esordito. Alto un metro e novantotto centimetri, Summer aveva intenzionalmente pagato di più per avere un posto lato corridoio e poter viaggiare comodamente vista l’altezza. Invece, ha dovuto farlo in un posto diverso da quello prenotato. Nel video postato su TikTok, l’uomo ha sottolineato come la famiglia non gli abbia neanche chiesto educatamente il cambio, ma si sarebbe direttamente impossessata del posto. “Sono salito sull’aereo e ho detto alla signora ‘Non voglio davvero togliere il posto a lei e a suo figlio, ma la prossima volta sarebbe meglio chiedere prima di sedersi‘”. Un assistente di volo sarebbe intervenuto prendendo le parti della famiglia. Inoltre, a Omar Osaac non sarebbe neanche stato concesso di sedersi in un altro posto sempre alto corridoio. “L’assistente di volo mi ha detto: ‘Lei sta dando problemi‘. Così mi sono voltato e le ho detto: ‘Signora, visto che ha detto tutto questo, venga a prendermi il posto. È stato maleducato“. L’uomo si è poi seduto in un altro posto, in cui aggiungeva: “Voglio solo sedermi. È mezzanotte”. Il video dell’uomo si è concluso con un monito: “Morale della favola: restituite il posto a tutti. E assistenti di volo, fate il vostro lavoro. Se si fosse trattato di qualcuno in prima classe, non gli avreste nemmeno permesso di sedersi”.
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