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Chiesto il processo per Silvio Viale: il medico e politico accusato da 4 pazienti di violenza sessuale

Il noto medico e consigliere di +Europa rischia il processo per presunte molestie verso quattro giovani pazienti. Udienza preliminare a settembre. Il legale: "Accuse inconsistenti"
Chiesto il processo per Silvio Viale: il medico e politico accusato da 4 pazienti di violenza sessuale
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Il ginecologo Silvio Viale, consigliere comunale a Torino per +Europa, rischia il processo per violenza sessuale. Il medico dell’ospedale Sant’Anna, 68 anni, è accusato dal procuratore aggiunto Cesare Parodi e dalle pm Delia Boschetto e Lea Lamonaca di aver molestato, anche con pratiche umilianti, di 4 pazienti. I magistrati hanno chiesto il suo rinvio a giudizio. Per altri sei episodi, invece, sarebbe stata chiesta l’archiviazione. L’udienza preliminare è stata fissata il prossimo 15 settembre. Tutte le presunte vittime hanno un’età compresa tra i 20 e i 25 anni. La vicenda era nata da un esposto presentato nel 2023, Viale era stato sottoposto a una perquisizione e, alla conclusione delle indagini, si è sottoposto a interrogatorio.

“L’esame della copia forense dei dispostivi in uso al dottor Viale – sottolinea il suo legale Cosimo Palumbo – ha consentito di accertare che non vi sono foto di nudi o di parti intime del corpo femminile, come in precedenza ipotizzato e riportato nelle notizie dei media”. L’avvocato ha inoltre sottolineato di “affrontare l’udienza preliminare certi di poter dimostrare la insussistenza dei reati contestati nella richiesta di rinvio a giudizio e la correttezza dell’operato” del medico.

Quello di Viale, a Torino, è un nome noto. Politico e presidente del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, in ambito radicale è stato anche candidato per la Lista Pannella-Bonino alla carica di presidente della Regione Liguria, alle elezioni regionali del 2010. La lista non è però riuscita a raccogliere le firme per presentarsi alla competizione. Alle elezioni comunali di Torino del maggio 2011, si è candidato nella lista del Partito Democratico risultando eletto. Negli ultimi anni ha assunto un ruolo politico rilevante nell’impegno a favore della pillola RU-486 o mifepristone, tecnica per l’aborto farmacologico.

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