Si può diventare ossessionati dall’abbronzatura? Ascoltando la storia di Megan Blain la risposta è sì. La diciottenne della contea di Durham, nel profondo nord dell’Inghilterra, ha ammesso di avere una vera e propria ossessione per la pelle scura e di aver passato gli ultimi anni a fare di tutto per averla. In barba alla genetica che l’ha vista nascere bianco latte e al clima del suo paese, famoso più che altro per le piogge e pochi giorni di sole all’anno. E così, via di sedute continue sui lettini abbronzanti, anche tutti i giorni, iniezioni di agenti abbronzanti e olio sulla pelle per amplificare l’effetto ottenuto.
Tre anni di totale mania che hanno generato anche molte critiche nelle persone che la incontravano di persona o sui social, alcuni sono arrivati a definirla “una moneta da due pence sporca”, “patata bruciata” o “ragazza cremata”; eppure neanche le offese l’hanno fatta desistere, nemmeno le facce perplesse delle persone.
Gli effetti collaterali di questa ossessione, purtroppo, non si sono fatti attendere ed il corpo della ragazza, recentemente, ha iniziato a riempirsi di nei e macchie sospette, naturale conseguenza dell’eccesso di esposizione ai raggi UV. Non che questa pericolosa avvisaglia l’abbia fermata, ha ammesso lei stessa confessandosi sulle pagine del tabloid Daily Mail; ma almeno ha generato in lei una maggiore consapevolezza e la volontà di mettere anche gli altri in guardia rispetto alla pericolosità dell’esposizione al sole e ai suoi potenti raggi.
Megan aveva a mala pena sedici anni quando il desiderio incontenibile di avere la pelle scura ha generato in lei una vera e propria mania. “Amo vestire con colori chiari e mi piaceva vederne l’effetto sulla pelle abbronzata”, ha raccontato per spiegare come tutto cominciò, e più si vedeva luminosa e bella e più diventava dipendente. Megan voleva avere la pelle nera tutto l’anno, a qualsiasi costo. Così, ogni metodo che portasse al risultato era il benvenuto, in barba alle raccomandazioni di medici e dermatologi sui rischi generati dall’eccessiva esposizione ai raggi UV.
Solo recentemente, la giovane ha iniziato a notare dei nei sulla schiena, sulle mani che aumentavano dopo le sedute nel lettino abbronzante. “Non sapevo che quelle macchie potessero essere cancerogene” ha ammesso candidamente in un video pubblicato su Truly. A quel punto del racconto arriva la parte più allarmante: messa di fronte all’evidenza degli effetti collaterali della sua dipendenza, Megan, spinta dalla preoccupazione per “una macchia apparsa all’altezza del suo stomaco” decide di rivolgersi al medico, ma confessa di essere “terrorizzata dai medici”. La giovane studentessa ha anche raccontato di come le iniezioni a cui si è sottoposta per anni le generassero nausea, ma anche questo, non è bastato a fermarla. Gli appuntamenti fissati dal dottore, spinti dalla preoccupazione per quel neo in particolare “che continuava a cambiare forma e dimensione” sono saltati ameno cinque volte.
Cinque retromarce davanti all’ingresso dell’ambulatorio da cui partiva regolarmente una fuga verso casa. Nel tentativo di diventare una paladina contro le conseguenze dei raggi UV, oggi la giovane ha deciso di condividere pubblicamente la sua esperienza per disincentivare all’abuso di lettini abbronzanti. “Non lo raccomanderei a nessuno” ha ammesso.