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Budapest Pride, la marcia diventa un caso europeo. Per Orban è “illegale” ma in piazza ci saranno 70 deputati Ue

Nonostante il divieto governativo e la minaccia del carcere, in marcia 35mila e anche numerosi politici europei. Dall'Italia Schlein, Calenda e rappresentanti di M5s, Avs e +Europa
Budapest Pride, la marcia diventa un caso europeo. Per Orban è “illegale” ma in piazza ci saranno 70 deputati Ue
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Il Budapest Pride, in programma sabato, è diventato un caso europeo. Anzi, si è trasformata in un vero scontro tra la maggioranza europeista che governa le istituzioni di Bruxelles e Viktor Orban. Mercoledì sera, alla vigilia del vertice dei 27, è stata Ursula von der Leyen ad abbandonare la cautela e a chiedere che l’Ungheria lo consenta “senza sanzioni”. Una mossa, quella della presidente della Commissione europea, che ha improvvisamente cambiato lo spartito politico e mediatico attorno alla manifestazione. Fino a qualche giorno fa von der Leyen aveva infatti suggerito ai commissari di astenersi dal presentarsi al Pride. La sua intenzione era di non peggiorare ulteriormente i rapporti tra Orban e il resto d’Europa. Poi, il cambio di strategia.

Il premier magiaro, come da copione, ha risposto per le rime: “Bruxelles si astenga da questioni su cui non ha alcun ruolo e si concentri su sfide più urgenti”, ha scritto su X. Ma i fari sulla marcia ormai sono stati accesi. Il Pride, nonostante la messa al bando operata nei giorni scorsi dal governo ungherese, si svolgerà comunque. L’espediente lo ha escogitato il sindaco di Budapest, Gergely Karácsony, eterno nemico del premier, che ha aggirato il divieto organizzando la marcia dell’orgoglio come evento della città. Operazione per ora riuscita: al Pride di Budapest sono attesi circa 35mila partecipanti, una marea arcobaleno mai vista a quelle latitudini. Una manifestazione ingrossata dai tanti – attivisti, politici, cittadini – che si stanno riversando nella capitale ungherese da tutta Europa per recapitare al leader sovranista un messaggio chiaro.

Orban ha tenuto il punto, lanciato il suo ennesimo monito, tanto minaccioso quanto ambiguo. Ormai arresosi al fatto che la marcia si terrà, il premier magiaro ha annunciato non meglio precisate “conseguenze legali” per chi organizzerà o parteciperà al Budapest Pride, nonostante il divieto varato dalle autorità. “Siamo adulti – ha aggiunto Orbán – e raccomando a tutti di rispettare le leggi, io lo faccio, e consiglierei loro di fare lo stesso. Se non lo fanno, devono tenere conto delle chiare conseguenze legali”. Tradotto: si rischia fino a un anno di carcere.

Ma in piazza, per per conto dell’Europa, ci sarà anche la commissaria per la Parità, Hadja Lahbib, oltre che una settantina di eurodeputati di diverse formazioni politiche. Ci saranno i capigruppo di Socialisti, Verdi e Liberali al Parlamento europeo. E pure una rappresentanza dei Popolari europei. Presente anche la segretaria del Pd Elly Schlein con una delegazione dem composta dai parlamentari europei Alessandro Zan, Cecilia Strada e Brando Benifei oltre alla responsabile Diritti nella segreteria nazionale Annalisa Corrado. Ci saranno anche Carlo Calenda di Azione e diversi parlamentari di M5S – Alessandra Maiorino, Marco Croatti, Gabriella Di Girolamo, Elisa Pirro e l’europarlamentare Carolina Morace – nonché di Avs, Più Europa e anche Ivan Scalfarotto di Italia Viva. Ma l’appoggio al Pride è giunto anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani: “La manifestazione delle proprie idee – ha scandito – è il sale della democrazia”.

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