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Ultimo aggiornamento: 9:15 del 24 Giugno

Travaglio a La7: “Gli atti di pirateria Usa hanno insegnato a Putin ad agire impunemente in Ucraina”. Botta e risposta con Giannini

Il direttore del Fatto smonta la doppia morale occidentale su Trump e Netanyahu
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Botta e risposta a Otto e mezzo (La7) tra il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e l’editorialista di Repubblica, Massimo Giannini, sull’attacco statunitense in Iran e sulla figura di Donald Trump. Giannini accusa Travaglio di aver definito Trump “un pacificatore”, dissentendo al contempo dall’editoriale di ieri del direttore del Fatto che ha definito l’attacco americano in Iran “un atto di terrorismo”.

Travaglio obietta: “Ho sentito delle cose bizzarre, e cioè che io avrei accreditato Trump come un pacifista. Io mi baso sui fatti: Trump è un isolazionista. Non so più come farlo capire, i fatti dicono che nella sua precedente presidenza, durata 4 anni, ha chiuso una crisi, quella con la Corea del Nord e una guerra, quella con l’Afghanistan. E non ne ha avviate altre, a differenza di tutti i suoi predecessori, vittime del cancro neocon, sia democratici sia repubblicani, che hanno cominciato a violare la legalità internazionale molto prima di Putin”.

E aggiunge: “Ricordo la Nato a Belgrado per 78 giorni a bombardare la Serbia contro la legalità internazionale, ricordo le ‘geniali’ operazioni in Afghanistan e in Iraq, ricordo la ‘geniale’ operazione in Libia. Tutti atti di pirateria internazionale contro ogni legalità, che hanno spiegato a Putin che quello che si apprestava a fare in Ucraina lo poteva fare impunemente. E oggi – continua – dato che nessuno condanna quello che hanno fatto Trump e Netanyahu, stanno autorizzando ex post quello che la Russia ha fatto e che farà in Ucraina. E stanno anche autorizzando la Cina a fare quello che vorrà a Taiwan, perché bisognerà spiegarglielo: quello che i nostri amici possono fare, loro invece non lo possono fare”.

Il direttore del Fatto ribadisce: “I fatti dicono che Trump fino all’altro ieri era un isolazionista. Dopodiché, se ha deciso di cedere le chiavi del Medio Oriente a Netanyahu e di farsi risucchiare in un escalation, peggio per loro. Noi dovremmo tirarci fuori condannando e prendendo le distanze da quello che stanno facendo. Invece io noto che Trump era molto più bersagliato in Occidente come traditore dei valori occidentali quando apriva i negoziati (perché non è che li ha predicati, li ha aperti i negoziati sull’Ucraina e sul Medio Oriente, salvo poi abbandonarli ignominiosamente l’altro ieri) rispetto a quanto venga criticato adesso, mentre si sta allineando ai suoi predecessori”.

E conclude: “Io personalmente ho sempre detto: diciamogli di no sul 5% di armi, diciamogli di no sui dazi, ma se apre i negoziati, sosteniamolo. Vedo invece che accade il contrario: Trump piace molto di più da guerrafondaio che non da negoziatore“.

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