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Incapace di intendere e volere al momento dell’omicidio del marito, assolta dai giudici Caryl Menghetti

Valutata la pericolosità sociale, la Corte d’assise di Bergamo ha disposto per lei la misura di permanenza, per un minimo di nove anni, in una Rems, struttura sanitaria che accoglie persone affette da disturbi mentali e che hanno commesso reati
Incapace di intendere e volere al momento dell’omicidio del marito, assolta dai giudici Caryl Menghetti
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Il giorno prima dell’omicidio, il 26 gennaio 2024, era stata sottoposta a visita psichiatrica e le era stata prescritta una terapia farmacologica. E così è stata assolta perché ritenuta totalmente incapace di intendere e volere al momento del fatto Caryl Menghetti, la donna di 46 anni uccise il marito Diego Rota, accoltellandolo nel loro letto nella casa di Martinengo (Bergamo) dove abitavano con la loro figlia piccola. Valutata la pericolosità sociale, la Corte d’assise di Bergamo ha disposto per lei la misura di permanenza, per un minimo di nove anni, in una Rems, struttura sanitaria che accoglie persone affette da disturbi mentali e che hanno commesso reati.

Come ricostruito in aula dalla pm, la mattina del 24 gennaio 2024 Menghetti fu portata in ospedale dopo aver iniziato a dare in escandescenza e dire frasi poco comprensibili (parlava della necessità di proteggere la bimba). Fu lo stesso marito a volerla riportare a casa, così venne dimessa con una terapia farmacologica (che pare non seguì). Il giorno dopo avrebbe dovuto incontrare la psichiatria che l’aveva seguita in passato. Invece, alle 23 accoltellò a morte il marito. L’uomo, secondo la ricostruzione dei carabinieri, è stato ucciso nella camera da letto con diverse coltellate, tra cui una al collo e altre all’addome. L’arma del delitto, un coltello da cucina, era stata trovata e sequestrata. La bimba era stata affidata ai familiari, su disposizione della Procura dei minori di Brescia.

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