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Missili e droni su Kiev, strage di civili in un palazzo di 25 piani: “Almeno sette morti e 23 feriti, tra loro anche un bimbo e una donna incinta”

Mentre la capitale ucraina conta le sue vittime, da Mosca il viceministro Grushko detta le condizioni: "La Nato annulli l'impegno del 2008 sull'adesione di Kiev"
Missili e droni su Kiev, strage di civili in un palazzo di 25 piani: “Almeno sette morti e 23 feriti, tra loro anche un bimbo e una donna incinta”
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Un attacco aereo condotto con missili e droni si è abbattuto nella notte sulla capitale ucraina. Le stime, ancora provvisorie, parlano di almeno sette morti e 23 feriti, tra cui un bambino e una donna incinta. Ma mentre a Kiev si scava tra le macerie, da Mosca arriva una richiesta diplomatica: la Russia insiste affinché la Nato annulli formalmente il suo impegno, assunto nel 2008, di ammettere un giorno l’Ucraina nell’Alleanza.

Le sirene antiaeree hanno iniziato a suonare nel cuore della notte. Poco dopo, come hanno riferito i giornalisti dell’Afp presenti sul posto, si sono udite forti esplosioni in diverse zone della città. Le autorità militari di Kiev hanno subito parlato di “un massiccio attacco alla capitale”, con “possibili diverse ondate di droni nemici”. L’appello del capo dell’amministrazione militare, Tymur Tkachenko, è stato immediato: “Restate nei rifugi finché il pericolo persiste”. L’attacco, come ha reso noto l’Aeronautica militare di Kiev, è stato condotto con 16 missili e 352 droni, inclusi 159 Shahed di fabbricazione iraniana. I sistemi di difesa ucraini e le tecnologie di guerra elettronica sono riusciti ad abbattere o neutralizzare 12 missili e 339 droni. L’obiettivo più colpito è stato un edificio residenziale di 25 piani nel distretto di Shevchenkivsky, dove una parte della struttura è stata gravemente danneggiata. È qui che si è concentrato il bilancio più pesante: il ministro degli Interni ucraino, Igor Klymenko, ha confermato la morte di quattro persone nel grattacielo. Un’altra vittima è stata registrata a Bila Tserkva, nella regione di Kiev, e il conto delle vittime è poi salito a sei morti. Sono immediatamente scattate le imponenti operazioni di soccorso, che vedono coinvolti 312 soccorritori e 74 mezzi impegnati a cercare superstiti tra le macerie.

Il ministro degli Esteri ucraino, Andriy Sybiha, ha definito l’offensiva “un altro attacco missilistico contro obiettivi civili” e “la vera risposta della Russia a ogni proposta di pace”. Arrivando a Bruxelles per il Consiglio Affari Esteri dell’UE, Sybiha ha rilanciato l’urgenza di ricorrere a “tutti gli strumenti diplomatici per aumentare il prezzo dell’aggressione russa”, invocando nuove sanzioni, l’isolamento politico di Mosca e il congelamento dei beni russi.

Nel mentre, il Ministero della Difesa russo ha fornito la sua versione della notte di guerra, dichiarando di aver “sventato i tentativi del regime di Kiev di effettuare attacchi terroristici” sul proprio territorio. Secondo Mosca, la difesa aerea russa avrebbe distrutto 23 droni ucraini: 14 nella regione di Rostov, cinque in quella di Volgograd e quattro nella regione di Astrakhan. Ma è sul fronte diplomatico che la Russia ha alzato il tiro. Il vice ministro degli Esteri, Aleksandr Grushko, ha ribadito con forza la richiesta di Mosca all’Alleanza Atlantica. “Sosteniamo garanzie ferree, sancite dal diritto internazionale, che l’Ucraina non aderisca alla Nato. Tra le altre cose, ciò significa annullare la risoluzione del vertice alleato di Bucarest sulla futura adesione dell’Ucraina”, ha dichiarato Grushko. Il riferimento è alla Dichiarazione del Vertice di Bucarest del 3 aprile 2008, in cui i membri della NATO accolsero con favore le aspirazioni di Ucraina e Georgia di aderire all’alleanza, affermando che questi Paesi ne sarebbero “alla fine” diventati membri. Un impegno che, a diciassette anni di distanza, la Russia chiede ora di cancellare formalmente, mentre i suoi missili continuano a cadere sulle città ucraine.

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