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“Corruzione e appalti truccati”: inchiesta in provincia di Bari. Indagato anche il sindaco di Gioia del Colle

Nell'indagine della Finanza coinvolte 8 persone. Secondo quanto emerso in cambio dell'appalto veniva promessa una quota del 10 per cento del valore della gara
“Corruzione e appalti truccati”: inchiesta in provincia di Bari. Indagato anche il sindaco di Gioia del Colle
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Corruzione e appalti truccati. La procura di Bari ha emesso decreti di perquisizione personale nei confronti di otto persone, tra cui il sindaco di Gioia del Colle Giovanni Mastrangelo (FdI, nella foto), indagate, in concorso tra loro e a vario titolo, per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, falso, turbata libertà degli incanti e traffico illecito di influenze.

A quanto emerso nel corso dell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e iniziata nei mesi scorsi, gli indagati avrebbero infatti percepito favori e tangenti in cambio della concessione di appalti: un collaudato sistema corruttivo attivato da pubblici ufficiali e imprenditori, finalizzato a condizionare le modalità di scelta del contraente nell’ambito di alcune procedure di gara in ambito sanitario. Tra le condotte illecite, sono stati segnalati anche appalti banditi da due Comuni della provincia di Bari, caratterizzati da simili modalità a beneficio dello stesso imprenditore. Tra i casi contestati la concessione per la realizzazione di scuola primaria modulare in un Comune, grazie alla condivisione di informazioni riservate prima della pubblicazione del bando e la simulazione della verifica dei progetti sulla loro fattibilità tecnica ed economica. Il responsabile unico del procedimento avrebbe ricevuto in cambio una partita di 56 quintali di legna, mentre il supporto al responsabile avrebbe accettato la promessa di 60mila euro per compiere atti contrari ai propri doveri d’ufficio.

Condotte illecite sono state segnalate anche nell’ambito di un’altra gara per la fornitura di un prefabbricato per l’adeguamento di una scuola primaria da parte di un altro ente locale. Le indagini hanno accertato l’esistenza di un mediatore – indagato per traffico illecito di influenze – che, avendo ottenuto informazioni privilegiate relative all’appalto, avrebbe indebitamente utilizzato i suoi rapporti con un sindaco al fine di condizionare la gara, con la promessa di una utilità pari al 10% dell’offerta economica presentata.

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